Runners: Ecco perché correre all’estero

Dopo aver impegnato molte ore del giorno e della sera in più o meno impegnativi allenamenti arriva il momento in cui il runner sente l’esigenza di confrontarsi con un cronometro ufficiale. In realtà è spesso proprio questo l’obiettivo motivante dei mesi di preparazione precedenti.
Ultimamente grazie al potente soffio del marketing le vele del running si sono gonfiate ed a beneficiare degli eventi organizzati con cadenze regolari nei luoghi più svariati oltre ai partecipanti stessi sono le varie casse comunali, le industrie di abbigliamento ed accessori, strutture d’accoglienza, compagnie aeree ed agenzie turistiche che però ancora faticano a comprendere le potenzialità di un pacchetto “corri e fuggi”. Su quest’ultimo punto verte l’analisi per cercare di capire come e dove sia più semplice, di conseguenza divertente, indossare il pettorale numerico e microchip tanto desiderato.
Per chi decide di mantenere intatto il paesaggio abituale magari usufruendo delle gare organizzate in prossimità del luogo di residenza (e si presume su territorio italiano visto che il blog si rivolge principalmente a followers italici) o comunque abbinare il week end fuori porta a qualche evento sportivo non potrà esimersi dall’iscriversi alla Fidal sia privatamente o tramite un’associazione sportiva naturalmente versando l’iscrizione annuale.
Recentemente la Federazione italiana di Atletica Leggera propone una formula più comoda rivolta a corridori occasionali che non hanno intenzione di iscriversi ad associazioni o quant’altro: la runcard, una tessera di valenza annuale che consente agli iscritti di partecipare a tutte (o quasi) le gare patrocinate dalla Fidal appunto. La tessera, naturalmente a pagamento, concede inoltre agli usufruttuari sconti da applicare in diverse occasioni. Parte dell’iscrizione è devoluta per la promozione dell’atletica leggera tra i più giovani e nelle scuole. Una volta pagato pegno alla Federazione Italiana si è obbligati a fare il secondo passo che è quello di rivolgersi ad un medico o ad una clinica specialistica e farsi rilasciare un certificato di idoneità agonistica per la pratica dell’atletica leggera, anch’esso di validità annuale. Anche l’utile visita ha un costo che varia a differenza dai professionisti a cui ci si rivolge ma il prezzo è intuibilmente sempre abbastanza elevato. Per i corridori occasionali e/o fuori età per pensare a prestazioni da campionato italiano, o persone con restrizioni economiche che magari han già difficoltà a saldare l’iscrizione alla gara stessa, questa prassi è decisamente la più difficoltosa da superare così che spesso e malvolentieri in molti rinunciano a partecipare alle gare che, ricordiamolo, non si corrono per vincere ma per coronare la lunga preparazione godendo di un ambiente festoso ed aggregativo.
Giusto o sbagliato che sia in Italia la burocrazia, da sempre protagonista, ci accompagna in ogni nostro movimento tra cui immancabilmente quello ludico e sportivo; indispensabile il nulla osta della Fidal nel caso specifico quindi, altrimenti l’unico ruolo consentito è quello dello spettatore o del partecipante non iscritto alle liste.
La musica cambia per chi vuole correre all’estero dove invece nella maggior parte dei casi la prassi per poter partecipare ad una gara si limita nell’iscrizione online della stessa che include la casellina da barrare obbligatoriamente di dichiarazione di buona salute e sgravio di responsabilità. Questo sistema è molto più appetibile per chi magari vuole confrontarsi una prima volta e provare l’emozione di partecipare ad una competizione senza necessariamente dover far parte di associazioni sportive e via dicendo. Risulta più semplice e paradossalmente in proporzione più economico partecipare ad una gara a Barcellona (ad esempio) piuttosto che a Frittole (paesino immaginario nel film “Non ci resta che piangere”)
Se indiscutibilmente il controllo medico è da ritenersi indispensabile e le donazioni solidali mirate all’accrescimento della cultura sportiva tra i giovani encomiabili, l’aurea protettiva dello Stato Italiano rischia di soffocare l’ennesima risorsa che all’estero viene sfruttata con metodi più commerciali e meno asfissianti.
E togliere l’aria ai corridori non è uno spot propriamente indicato…
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