Un post Expo: Saragozza
Tra le mete in terra iberica, Saragozza paga pegno alle più blasonate Madrid, Barcellona e Valencia ma la città spagnola rimane un luogo che non delude i visitatori.
Sorge in una zona particolarmente ventilata e le centinaia di pale eoliche che si notano pochi istanti prima dell’atterraggio, per chi ovviamente sceglie l’aereo per raggiungerla, lo testimoniano. L’immagine di questi mulini futuristici introducono l’ospite nel clima che vivrà a Saragozza, un mix tra le imprese letterarie del Don Chisciotte e le realizzazioni scientifiche delle energie rinnovabili, tra il solido ed antico splendore dell’epoca aragonese e le recenti opere in decadenza dell’Expo 2008.
Dall’aeroporto esiste una comoda navetta (la 501) che in una mezz’ora raggiunge il centro città dove sarà conveniente prenotare il proprio hotel per muoversi in modo autonomo, semplice ed economico fino a raggiungere tutti gli obiettivi artistici che orbitano nello stesso raggio.
Il tragitto che si percorre è l’inequivocabile biglietto da visita del capoluogo: la periferia presenta numerosi capannoni di aziende non troppo in salute, in evidente stato di decadenza europeistica e l’avvicinamento alla ciudad si arricchisce di opere futuristiche costruite in occasione di Expo 2008. Il tema allora era Acqua e sviluppo sostenibile ed in effetti quello che rimane dei progetti ce lo ricorda: fanno acqua da tutte le parti. L’immagine di trascuratezza è notevole e sicuramente non facilitano sentimenti positivi al turista che lungo il tragitto tra le distese pianure vede scorrere immagini di sculture che consistono in un aggrovigliarsi di tubi dai colori ormai sbiaditi o rotaie sospese nel vuoto che veicolano navette da centri commerciali a luoghi non ben definiti. Anche il contesto periferico non promette nulla di buono con i palazzi in evidente stato di degrado e l’intervallarsi di negozi con le serrande definitivamente abbassate a supermercati cinesi piuttosto che attività sull’orlo del fallimento.
Fortunatamente però è esistita anche un’epoca in cui gli architetti non erano archistar e badavano al sodo ed il potere era in mano alla monarchia che senza bisogno di travestimenti diplomatici edificava opere che ancora oggi fanno bella mostra di sé nella parte storica e più apprezzata di Saragozza.
Come da costume di Controviaggio riassumiamo in breve le opere più significative da visitare che sono raggruppate in pochi chilometri quadrati, evitando descrizioni accurate che potete trovare direttamente su wikipedia: la bellissima Basilica de El Pilar, il Municipio, la Lonja, la Cattedrale de La Seo, la Muraglia Romana, il mercato coperto, il Palazzo Azara, il Ponte de Piedra e il Ponte del Pilar, nonché scorci di alto profilo architettonico e culturale e vari musei tra cui quello dedicato al Goya, con interessanti riferimenti storici al suo periodo italiano. Poco distante altri capolavori come il Palazzo de Aljaferia, Corte dei Sovrani d’Aragona, che merita una visita anche all’interno viste le esposizioni di arazzi, dipinti, spade, corone, indumenti e manoscritti originali (presente anche Macchiavelli) dell’epoca tarda medievale ospitate in magnifiche e lussureggianti stanze con decoratissimi soffitti oppure la caratteristica Plaza de Toros, sempre a poche centinaia di metri dal Palazzo de Aljaferia e che potrebbe anticipare l’ingresso gratuito all’Istituto di Arte e Cultura Contemporanea Pablo Serrano con sculture e dipinti di varia provenienza oltre che di firma dell’artista spagnolo a cui è appunto dedicato il museo.
La parte storica di Saragozza è molto ricca ed avvicendata a riprova dell’importanza geografica e militarmente strategica che ha assunto nei secoli, ma altrettanto si può dire della vita mondana e delle centinaia di locali che il visitatore avrà piacere di frequentare. Il fine settimana moltissime persone si riversano nelle strade all’interno di pub, bar e ristoranti ma nonostante Saragozza sia una città universitaria l’età media delle persone non lo darebbe a sospettare. Probabilmente, come sempre succede nelle città con forte influenza studentesca, i giovani universitari usufruiscono dei treni veloci presenti presso la splendida ed enorme stazione e della breve distanza che collega il capoluogo aragonese a città ancora più vivaci, ossia Barcellona e Madrid o che, semplicemente, rientrano nelle loro zone di provenienza per passare il week end in
famiglia. Fatto sta che la prenotazione fatta ben due mesi prima al decantato ristorante Celebris non è stata neppur presa in considerazione, lasciandoci così in balia degli eventi che fortunatamente si sono rivelati meno peggio del previsto vista l’ampia scelta di locande.
Se Expo 2008 ha modificato in peggio l’aspetto architettonico della città con spot scultorei di poco gusto che, ripetiamo, rispetto alle opere di epoca medievale sono del tutto inadeguati e puerili, qualcosa di buono l’ha portato come l’aumento di strutture ricettive ed il conseguente abbattimento dei prezzi vista l’elevata concorrenza; sia per quanto riguarda l’hôtellerie che per il costo vita in generale, con listini che agevolano di non poco l’acquirente. Capita così di bere un boccale di una decorosa birra media a 2 euro e di abbinarci stuzzichini e finger food con pochi altri denari, finendo per cenare con 6/7 euro a persona. Vero è che nello specifico la Cerveceria 100
Montaditos si rivolge proprio agli studenti universitari che di conseguenza e come prevedibile animano il locale in modo spensierato, con volumi al limite della soglia di sopportazione, ma il fattore economico e folkloristico alla fine faranno pendere la bilancia a favore degli aspetti positivi, tollerando gli ormoni volanti e gli schiamazzi da esuberanza giovanile.
Tirando le somme il post Expo di Saragozza ha lasciato tanti residui pretenziosi e demodé ancor prima di superare il decennio di vita, ma ha decisamente contribuito ad alzare la qualità delle strutture ricettive che presentano un invidiabile rapporto qualità prezzo e che, inserite nel piacevole contesto storico urbano preesistente nonché indiscusso protagonista, indubbiamente motivano una visita nella città dei Duchi d’Aragona.
« di onorare e premiare le virtù, non dispregiare la povertà, stimare i modi e gli ordini della disciplina militare, costringere i cittadionni ad amare l’uno l’altro, a vivere sanza sètte, a stimare meno il privato che il pubblico » (Niccolò Macchiavelli, Dell’arte della guerra, 1521)
foto: Nikon D7000. Anche su Instagram @Controviaggio
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