Maldive: paradiso contro noia

Praticamente un angolino di paradiso terrestre, le Maldive offrono al visitatore 1.192 isole raggruppate in 26 atolli che decorano l’Oceano Indiano con le sue infinite sfumature di blu.

Nell’immaginario collettivo questo luogo è la classica meta per coppie che stanno scalando la vetta dell’amore oppure da quelle che altro non cercano che un lembo di magnifica spiaggia che li isoli (nel vero senso del termine) dai tormenti quotidiani; molti associano le Maldive, in una parola, alla noia.

Semplicemente Maldive

Semplicemente Maldive

In realtà queste meravigliose lentiggini sul faccione oceanico offrono davvero infinite possibilità tant’è che le giornate passano molto in fretta.

Due premesse: la prima è che chiaramente chi soffre il mal di mare o che al di fuori di una baita innevata su qualche cucuzzolo di montagna sclera, magari ci pensi prima di raggiungere un posto che vive di solo pesca, turismo e dove il mare è il protagonista in tutte le ore del giorno e della notte; la seconda è che mai come in questo caso l’equazione qualità-prezzo è così evidente: le strutture nella maggior parte dei casi sono di un livello molto alto e, come non ci stancheremo mai di ripeterlo, per sfruttare al meglio il proprio viaggio, prima di dirigersi alla meta, bisognerebbe raggiungere la consapevolezza delle proprie aspettative e possibilità.

Palme e mare

Palme e mare

In tal senso il listino prezzi è un ottimo specchietto meteorologico: pericolo di trovare il freddo durante l’anno ovviamente non c’è (maldiviani in cappotto ancora non si son visti), di passare una settimana consecutiva sotto la pioggia sì. Quando si corre il rischio più alto? Le stagioni sono divise in monsone secco, da dicembre ad aprile e monsone umido, da maggio a novembre. Scritte queste precisazioni ed unendo il fattore monetario e climatico il suggerimento è di non scartare a priori una visita durante il periodo delle piogge (monsone umido) dato che non è affatto scontato che troviate la pioggia ed anzi, possiate usufruire di notevoli offerte proprio perché considerata bassa stagione dai tour operators. Certo è che se una settimana consecutiva di pioggia alle Maldive corrisponde ad una sfigatum laurea honoris causa, qualche giorno bagnato offre al visitatore aspetti positivi; passare delle ore al centro benessere o a letto con la dolce metà (o dolci trequarti) al tintinnio delle gocce che si infrangono sull’acqua del mare è idilliaco ed anche le uscite in mare assumono aspetti singolari.

Laguna al tramonto

Laguna al tramonto

Rimane ancora inevasa la risposta all’affermazione più frequente: sì però che palle stare confinati in un isoletta che giri in 4 minuti! Non si capisce se chi afferma ciò vive una vita incompleta oppure soffre di snobbismo. Le isole altro non sono che l’equivalente del rifugio in montagna, dove chiaramente una prolungata permanenza al suo interno senza mai uscire per indossare un paio di sci o prendere uno skilift che ci porti poi a scendere qualche pista bianca, rossa o nera che sia, sarebbe di una noia mortale.

Dhoni: tipica imbarcazione maldiviana

Dhoni: tipica imbarcazione maldiviana

Nel caso specifico, l’equivalente degli sci sono le pinne, lo skilift è il dhoni ed il bianco manto nevoso è il mare che ci circonda e ci abbraccia nel suo perpetuo moto ondoso. Personalmente ho svezzato allo snorkeling persone che mai avrebbero lontanamente immaginato che un giorno si sarebbero trovate a nuotare in superfici che introducono fondali profondi centinaia di metri. Le classiche fobie sono quelle di nuotare dove non si tocca (paura che affligge addirittura la simpaticona nuotatrice campionessa olimpionica Federica Pellegrini, su sua stessa ammissione) o dove non si vede il fondo dato che non si sà cosa c’è sotto. (Grazie Spielberg…) Un giubbotto salvagente ed una maschera, con il prezioso aiuto della barriera corallina, faranno scomparire ogni paura lasciando spazio ad un nuovo mondo incantato. Al posto di fate e folletti evanescenti lo scenario acquatico ci offrirà pesci di ogni genere e grandezza: dalla pastinaca dalla coda di vacca, ai trigoni dai tonni pinna gialla alle mante, dalle tartarughe ai pesci pagliaccio, gli anemoni, aragoste, cernie, stenelle dal lungo rostro (delfini). Ed i temutissimi squali? L’unico a cui dovrebbero azzannare l’uccello (per stare in tema naturalistico) è proprio il regista del film lo Squalo, Spielberg appunto, che ha creato una sorte di pregiudizio e terrore davanti a questo meraviglioso animale. I piccoli ed innocui pinna bianca e da non confondere con lo squalo bianco (in genere di circa 50 cm) sono quelli che gironzolano più frequentemente nei pressi delle isole ed in acque piuttosto basse, ma è abbastanza frequente riconoscerli anche durante le escursioni in prossimità dei vari giri (pronuncia ghiri, piccole isole sommerse di cui appunto si usa circumnavigare con maschera e pinne); squali cui le dimensioni aumentano fino al metro e mezzo e dove i più fortunati potranno ammirare in tutta la loro sinuosità anche altre specie come il rarissimo squalo leopardo o l’enorme squalo balena, mentre per vedere lo squalo martello bisogna immergersi a profondità maggiori ed in luoghi specifici.

Una manta gigante

Una manta gigante

Per riassumere brevemente: lo squalo non attacca una preda potenzialmente della sua stessa stazza (e noi lo siamo) quando può scegliere tra centinaia di pesci più piccoli che tra l’altro hanno tutto il grasso di cui l’uomo non dispone. Attenzione perché l’inesistente pericolo squalo ci potrebbe sviare da quelli che sono i veri trabocchetti del mare, derivanti da pesci all’apparenza innocui e colorati: il pesce balestra, che durante la cova difende le uova con i denti (senza unghie) e spesso si lancia in attacchi che si sono conclusi con pezzi di pinne staccati; Il pesce scorpione con le sue spine avvelenate; il pesce pietra, che se calpestato accidentalmente può provocare la morte; la rarissima puntura della coda della pastinaca (sfortunatamente mortale nel caso di Steve Irwin). Nel ricordare che il veleno dei pesci è termolabile, il consiglio per evitare di mettersi nei guai è quello di non toccare niente e di cambiare una volta per tutte la pessima abitudine di riempirsi la valigia di ricordini come corallo, sabbia e conchiglie di vitale importanza per la sopravvivenza del fragile equilibrio maldiviano, già abbastanza modificato e martoriato da scavi e costruzioni varie. Animali morti (il corallo è un animale) che una volta a casa e messi sul caminetto, fanno cag… Vabbé, ci siamo capiti.

Pesci fucilieri

Branco di pesci fucilieri

Concludiamo da dove abbiamo cominciato: nessuna noia alle Maldive quindi ed anche chi evita questa esotica meta per la paura di morire di solitudine o di parlare con le foglie si potrebbe ricredere. Sono frequenti le visite di numerose agenti di viaggio pronte a sperimentare il prodotto e… Vabbè, queste sono altre storie.

Non rimane che prenotare, partire e riempire le caselle del nostro destino con tutti i colori di cui possiamo disporre …e le Maldive sono un’infinita tavolozza a nostra completa disposizione.

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