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Un anno di più

E’ stato un 2016 con la valigia in mano.

Un anno in cui Controviaggio si è guadagnato un’impennata di visite che hanno surclassato quelle degli anni precedenti.

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gennaio2016Tutto parte da Gorizia, le origini. Qualcuno dice che le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove. Un maggiore interesse da parte del resto d’Italia  agli avvenimenti storici avvenuti nel piccolo e schiacciato capoluogo friulano renderebbero più facile le letture di confini, valute e diversità etniche. febbraio16Nel periodo natalizio la tappa nella minacciata Bruxelles. La bellissima città fiamminga, continuamente esposta suo malgrado al giudizio politico e morale dalla gente, ha svelato un’identità artistica eccezionale. Nella capitale belga si evidenzia la continuità di stile tra la sofisticatezza barocca e gotica e l’essenzialità più attuale. Il grigio preponderante degli spazi spesso viene scombinato da murales colorati raffiguranti personaggi di fumetti. Da una città grigia politicamente e geograficamente al centro d’Europa, ad un’altra. Grigia s’intende. Circondata da enormi spazi verdi dove si pratica la coltura del riso fa bella mostra di sé Pavia che, come tutte le città italiane, ha molto da raccontare. marzo16Il capoluogo lombardo si dondola sull’altalena che oscilla tra i vantaggi della vicinanza con la metropoli Milano e le zone d’ombra derivanti dalla stessa. aprile16La tappa a Barcellona è stata di tutt’altro taglio rispetto le visite precedenti. Città molto ben organizzata, pulsante e gioiosa, decorata con estrema creatività e fantasia, figlia del genio visionario Gaudì. La prima mezza maratona corsa in un ambiente partecipativo con gli spagnoli sempre preparati nel cogliere la festa in ogni evento.

maggio 16Dalla Spagna al Portogallo la distanza è breve. Porto è cosa non ti aspetti. E’ aprire la porta di un locale affollato, muoversi tra la gente, ammirare e salutare le persone più in vista, congedarsi per un drink ed essere folgorato dallo sguardo penetrante di una persona in penombra. Con tutte le sinuose forme, semi nascosta ed emergente di luce propria. La voce calda, rassicurante. Sorride e ti mette a tuo agio.

giugno16E’ stato poi il turno del martoriato Egitto e quella che potrebbe essere, o forse a modo suo lo è, la splendida Cairo. Schiacciata da interessi internazionali che costringono migliaia di persone alla povertà ed ignoranza nel nome di equilibri che dovrebbero favorire le stesse persone occidentali che ripudiano i conseguenti flussi migratori causati dai loro malgoverni. Un luogo che ad oggi ha l’aspetto di un fazzoletto gettato a terra dopo l’uso. Similitudini con Varsavia ci sono, con la differenluglio16za che la città polacca sta lasciando dietro a sé il proprio passato di tirannie ed invasori spalancando le porte al libero mercato. Con la propria moneta il costo vita e lavoro in Polonia è notevolmente ridotto rispetto agli altri Stati membri, così da diventare meta ideale per aziende che vogliono abbattere spese. Una Disneyland del capitalismo. Seconda mezza maratona corsa in un ambiente diverso rispetto a Barcellona come era ovvio aspettarselo. I polacchi non hanno un senso dell’humor particolarmente sviluppato e le iniziative che propongono assumono un’aurea piuttosto infantile e scolastica.

agosto16L’estate si tinge d’azzurro del mare e del cielo di Tilos. L’isola greca non è raggiunta da orde di turisti, anzi pare un luogo poco frequentato. E’ stata forse la destinazione che ha fatto da pagliericcio alla scintilla scoccata nel raccontare Bruges il mese seguente. Immaginare ed illustrare artisti e scrittori intenti a sviluppare le loro opere lambiti da soffi di vento caldo e distratti dal rumore delle onde più fragorose nella culla degli Dei, ha inconsciamente suggerito un nuovo modo di raccontare i luoghi.settembre16

I luoghi sono persone. Vite quotidiane. Storie da raccontare.

La fiabesca Bruges è stata la scenografia perfetta di una bella ed interminata storia d’amore. Forse mai iniziata.

ottobre16Dopo una confessione d’amore non poteva mancare una dichiarazione d’odio. Gerusalemme è stato il luogo protagonista e contenitore dove vomitare ogni pensiero riguardante la condizione attuale degli ebrei di Israele. Arroganti e supponenti, hanno creato un muro reale per proteggersi dalle loro stesse azioni di guerra ed un muro ideologico per rifiutare ogni ammonimento dalla società pensante. Fino a quando il mondo intero dovrà pagare il retaggio storico della shoah da loro indiscutibilmente subito?

Infine l’anno si conclude con il Tour del Portogallo e la prima maratona corsa a Porto. Non poteva essere diversamente.novembre16b

La frenesia di una Lisbona attraversata dal tram 28 e soffocata dal traffico nei sali e scendi dei quartieri storici, l’infinito orizzonte del mare di Fortaleza di Sagres, il tramonto a Faro e la città grigia di Piodão. Le fortezze e palazzi colorati di Sintra.

 

Questo è stato il 2016

 

Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle; e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi.
(Sant’Agostino)

 

Sulle orme di Saramago (viaggio tra padre e figlia)

https://www.youtube.com/watch?v=KFJctedH_ys

La nostra conversazione telefonica si è appena conclusa.

chitarraioNonostante i molti anni passati, mi sento frastornata dal sentimento di rabbia e d’amore che provo nei suoi confronti. Non riesco a spiegarlo a me stessa ora, figuriamoci da bambina quando vedevo scorrere la mia vita da inconsapevole mutilata d’affetto. Le mie rivoluzioni ormonali le ha dovute subire mia madre; scontri a muso duro, pianti ininterrotti e porte chiuse in faccia alla persona che portava sulle spalle ciò a cui lui aveva rinunciato. Per la musica, avevamo voluto credere entrambe; semplice irresponsabilità la realtà dei fatti.

Il tempo ricuce vecchie ferite, da galantuomo qual è arrotonda gli spigoli, annebbia i ricordi. Le rughe del viso sono file di eserciti arresi al nemico. Sempre più numerosi, evidenti; stremati e raggruppati su campi di battaglia di pelle rosea.

Da poco ho accettato tutto questo e da altrettanto tempo ho caricato nel mio pc le poche fotografie scattate di quando ero piccola. Sorridevano tutti e quasi non riconosco più nessuno di noi.

Mi intenerisce la foto dove lui mi tiene in braccio. L’indice della mia minuta mano sfiora il suo volto. Forse già allora avevo presagito che qualcosa sarebbe andato storto. L’indicavo con innocenza come a voler dire E’ lui. E’ colpa sua. L’interpretazione attuale toglie molto alla realtà di quello scatto. Una semplice famiglia abbracciata e vestita in modo buffo.

dsc_5509Ad ogni apparizione a casa ed alle sue infrequenti sortite si materializzava una specie di eroe. Era lui che più si avvicinava al mio mondo immaginario di giochi e castelli di fantasia. Al cospetto di mia madre, pratica e disillusa, lui portava poesia e musica. Lasciava una scia di polvere luminosa evanescente ad ogni suo, raro, passaggio. Quanto avrei voluto seguirlo nei suoi viaggi, nelle sue avventure. Farmi accompagnare alla scoperta del nostro mondo.

Sono emozionata e sorpresa nel doverci passare qualche giorno assieme. L’invito a seguirlo ad una sua esibizione in Portogallo è nato casualmente; invito intricato da anni in attesa che una mia sciocca domanda lo scardinasse facendolo volare come un palloncino nel cielo.

Le nostre conversazioni sono fredde, distaccate. Ci scambiamo informazioni. Molte delle sue domande sono ripetitive. Quando si accerta delle condizioni di salute di mamma non credo lo faccia con pentimento. Forse è affetto, probabilmente abitudine. Non ha mai chiesto del mio compagno o della sua esistenza; come se le lancette del suo orologio si fossero fermate a quand’ero bambina.

Vivremo dei giorni strani, sicuramente interessanti, imprevedibili.

casaSuonerà a Casa da Musica a Porto, un enorme struttura futuristica a più piani che contiene diverse sale da concerto. Già lo immagino mentre appoggia la sua custodia ed apre con fare sicuro e rituale le clip usurate. Il vecchio legno che modella la sua splendida e lucente chitarra che estrarrà nuovamente è la dimostrazione della sua fedeltà. Tra la fuoriuscita di tante note la parola fedeltà sembra una forzatura di questo brano vissuto, invece è l’ottava sopra.

Mio padre è una coerente testa di cazzo, il titolo che leggo sullo spartito della mia vita.

Non ci sono stati molti abbracci tra me e lui. La sua chitarra era presente anche in quei rari momenti. Ricordo con piacere il calore del suo corpo mentre mi avvolgeva da tergo e posizionava le mie piccole mani sullo strumento, intento ad insegnarmi gli accordi. Una voce profonda e rassicurante accompagnava lo scorrere delle mie minuscole dita tra le metalliche corde di quel complicato arnese. Quante vesciche e quanto dolopidaore.

Passeremo alcuni giorni a Porto e poi andremo a visitare Lisbona, mi ha detto. Nella capitale voglio visitare la Fondazione Saramago, l’unico sogno da adulta che metterò in valigia.

Il mio desiderio di riscoprire azioni infantili è annientato dal suo sorprendente entusiasmo e dal programma di viaggio. Colorato e surreale, come le nostre vite d’altro canto.

Mi ha parlato del piccolo agglomerato di case grigie con gli infissi blu chiamato Pidao. Collocato tra le montagne e nascosto timidamente tra esse al riparo del sole. Lo visiteremo di strada scendendo da nord verso il cdsc_5553entro.

Ci sarà Sintra con i suoi castelli. Varcati i reticolati di cinta ci perderemo dentro giardini, corsi d’acqua, laghetti e fitta boscaglia formata da alberi centenari testimoni delle lunghe e riflessive passeggiate dei nobili feudatari la cui immensa ricchezza non sempre fu sufficiente a riempire incertezze e solitudini. Si dischiuderanno tra le nebbie i caldi e vivaci colori del Palacio da Pena, uno dei castelli più originali mai costruiti.

Approderemo nella capitale lusitana dopo aver percorso una ventina di chilometri brulicanti di antiche ville immerse in verdi parchi e vicoli inerpicanti fino ad approdare alla torre di Belem, ennesima meraviglia portoghese patrimonio dell’Unesco.dsc_5590

Guiderò io la macchina.

Rassegnata al fatto che ancora una volta sarà protagonista la musica; ad inframmezzare le nostre poche parole.

Magari quelle mai dette tra padre e figlia.

 

 

 

Se non sei mai stato odiato da tuo figlio, non sei mai stato genitore.
Bette Davis