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Porto: Born for Triathlon

La tridimensionalità di Porto non solo valorizza gli aspetti estetici della città lusitana, come precedentemente annotato, ma esalta le attività sportive cui questo luogo si presta ad esserne habitat naturale.

Chi ha piacere di svolgere attività all’aperto come la corsa o il ciclismo, a Porto troverà numerose piste che gli permetteranno di godere appieno ogni singolo centimetro della città.

marginalIl Percorso da Marginal, che segue il corso del fiume Douro per poi costeggiare l’Oceano, con la sua vicinanza all’acqua e le spiagge delimitate da rudi insenature, alimenta la fantasia nell’immaginare i così detti iron man mentre si tuffano e dissolvono la propria immagine tra le onde per poi riapparire come singole miracolose apparizioni centinaia di bracciate dopo; di corsa verso la loro bicicletta e nemmeno distratti dalla bellezza della natura, tanto concentrati sul loro obiettivo. Si susseguono i pensieri e le fantasie mentre si percorre questo splendido sentiero dalla difficoltà bassa, non fosse per le consuete folate di vento e costanti pendenze in leggera salita. Il paesaggio circostante però è un potente anestetizzante dato che nei momenti di difficoltà è la mente il primo, nella maggioranza dei casi unico, ostacolo da superare.

I suggerimenti riportati sui cartelli segnaletici strizzano l’occhio al runner più esperto e cercano complicità nel principiante, avvolgendolo di attenzioni e cure per far sì che l’esperienza della corsa non possa mai trasmettere dei traumi. Così recitano: consulta un medico prima di fare attività fisica costante, cammina almeno tre volte la settimana per un periodo di trenta minuti, adotta una velocità tale da respirare senza affanno, aumenta la distanza gradualmente, utilizza scarpe adeguate ed abbigliamento traspirante, bevi acqua regolarmente. Probabilmente è anche grazie a queste avvertenze che un numero impressionante di portoghesi e non, usufruisca del percorso, sia praticando la corsa a piedi che in bici. Durante le festività una marea di magliette dai mille colori danno vita all’onda umana che con il suo ritmo cadenza le strade.

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merSe fatta in modo corretto l’attività fisica produce benefici non solo a chi la pratica ma anche alle casse dei comuni che la promuovono ad incominciare dalla sensibile riduzione delle malattie cardio vascolari e disfunzioni derivate dall’obesità. Il miglioramento della vita ed il conseguente cambio di routine permetteranno inoltre ai beneficiari di eliminare gradualmente le cattive abitudini culinarie, preferendo il cibo bio, di conseguenza quasi sempre a km zero, alle patatine fritte e gli hamburger alimentando così non solo in modo adeguato il proprio stomaco ma favorendo il commercio locale a discapito di catene ultrafrittolose americane. Ulteriore introito al Comune deriva dalle manifestazioni sportive che non solo contribuiscono con le partecipazione dei locali ma attirano anche numerosi turisti che, con i soldi risparmiati in sigarette, potranno coccolarsi tra i prodotti e l’abbigliamento cui gli sponsor tecnici provvedono a fornire la città, in particolar modo durante le fiere. Buone nuove anche dal punto di vista del traffico che sgonfiandosi giorno dopo giorno diminuisce il logoramento del manto stradale, la conseguente manutenzione e riducendo ovviamente le emissioni tossiche.

faroPaesi dati per morti e sepolti, come il Portogallo, hanno programmato il loro futuro ed hanno creduto che l’investimento migliore da fare era il ritorno alla semplicità. Una lenta ed efficace educazione alle sane abitudini ed alla sostenibilità hanno rimesso in moto anche la macchina dell’economia che fino a non molto pareva essere egemonia di multinazionali e stregoni industriali, insegnando a tutti che la formula per uscire dalla crisi è mettersi a correre. Letteralmente.

Porto: bellezza tridimensionale

portCamminare tra i vicoli di Porto è insinuarsi tra le lettere, ingigantite e sotto forma di case e palazzi variopinti, di un romanzo d’avventura che spazia tra i primi del ‘500, quando le caravelle cominciavano a solcare gli Oceani con una certa frequenza ed il futuro prossimo, dove la città conoscerà un nuovo rinascimento.

Se altre realtà metropolitane ci incantano con paesaggi da cartolina, la spettacolare Porto, grazie ai suoi sali scendi, è modellata in prospettive tridimensionali che ci accerchiano con tutto lo splendore architettonico dal sapore colonialista.

specchioL’impronta mediterranea è riconoscibile nei vicoli dall’aspetto trascurato e dallo sguardo stanco e sincero delle persone che li popolano, tra gatti intraprendenti e qualche immondizia di troppo; case vecchie ed in taluni frangenti diroccate che come in un dopo guerra presentano alla porta vecchi mobili e cianfrusaglie pronti ad essere inglobati in impalcature che ne cancelleranno ogni stento e crepa per dar vita a nuovi lussureggianti alloggi per turisti.

tramGià, perché Porto vive uno slancio di ripresa notevole, pronta a ricamarsi un nuovo abito che possa favorire la ricrescita tanto voluta da tutta Europa. La città portoghese esibisce i suoi numerosi ponti tra cui lo spettacolare Dom Luis che ci regala punti di osservazione eccezionali per cogliere a pieno l’energia emanata dal centro urbano ed i riflessi del fiume Duero che attraversa ed ove tra le sue calme onde fluttuano imbarcazioni storiche che ancora espongono le botti del rinomato vino liquoroso che prende il nome dalla città e moderne chiatte adibite ad uso e consumo dei turisti. Locande e ristoranti spuntano numerosi nella Avenida de Diogo Leite che presenta altresì cantine-musei del vino Porto dai nomi rinomati e commerciali come Sandeman, ad esempio.

saobentoE’ attraversando il ponte Dom Luis in direzione centro città che ci si integra nello spirito cittadino culminando le impegnative passeggiate tra il mercato vicino alla caratteristica e non molto rassicurante stazione dei treni di Sao Bento, che comunque offre mezzi puliti e sicuri ai viaggiatori; al Palacio della Bolsa, la Torre Medievale, il Pelourinho e via scorrendo come a voltar pagina del nostro romanzo vivente ad ogni monumento, casa o persona incontrata.

Come nel caso di Pedrbluo Magalhães, giovane barbiere che oltre a svolgere il suo lavoro, si è concesso in un’intervista dove esprime le sue opinioni riguardo il Portogallo, le aspettative che ripone nella Comunità Europea e speranze future. Ci svelerà, tra le altre cose, di come l’umanità sia uno degli aspetti fondamentali a rendere Porto vivibile, unica e tutto sommato sicura. Pedro, nonostante sia originario di Lisbona, è innamorato della città in cui vive e lavora attualmente, in particolar modo del suo quartiere che, possiamo confermare, è davvero un luogo di riferimento per chi cerca la meta ideale per pensare di viverci in pianta stabile, ossia Matusinhos.

 

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Aeroporto ed aereo: che vergogna!

Impegnando molto del mio tempo tra aerei ed aeroporti, vuoi per svago che per lavoro, non posso esimermi nell’esprimere qualche considerazione riguardo l’atteggiamento delle persone nell’approcciare questi due ambienti.

Eviterò, o almeno proverò a farlo, di cadere nella tentazione di semplificare il mio dissenso in suddivisioni tra differenti Paesi di provenienza o semplicemente tra educati e meno educati.

Il giornalista genovese Pier Leone Mignanego, conosciuto con lo pseudonimo di Piero Ottone, scrive che Quel che preoccupa è la convinzione, sempre più diffusa, che le buone maniere siano un’anticaglia, e che non valga la pena di impararle.

In effetti a pari passo con l’inarrestabile sviluppo tecnologico pare regredire il senso civico che molte persone considerano come un mirtillo sulla cheesecake, bello ma fondamentalmente superfluo; dobbiamo invece considerare l’educazione civica, nel caso, la base in biscotto che tiene assieme la torta.

DSC_0151In aeroporto, così come in tutti i luoghi di aggregazione dovuta all’attesa di svariati eventi, troppo spesso si assiste a cellule impazzite che, colte da momenti di panico dovute probabilmente ad impreparazione ed improvvisazione, si lasciano trasportare da un’emotività momentanea che li spinge ad agire in modo scomposto. La famigerata fila, classico esempio, è un qualcosa che non tutti riescono a metabolizzare e giustificare. In molti luoghi si è dovuti ricorrere all’eliminacode, strumento che ad ogni emissione di un numero certifica l’evoluzione della stupidità umana preferita all’antica elegante usanza che prevede ai nuovi entrati di chiedere chi è l’ultimo della coda. Negli aeroporti è rimasta viva quest’ultima usanza, peccato che di code ce ne siano almeno cinque ed immettersi in quella esatta sia un terno al lotto. Così, tra mugugni, qualcuno che perde le staffe e comincia ad inveire contro chi lo precede, valigie che ti minacciano la caviglia ed alitate sul collo, ci si ritrova imbottigliati al banco check-in dove si verifica l’incontro multiplo ed il conseguente balletto del chi passa per primo. Aggiungiamo il fatto che nei voli low cost incomba sul passeggero la minaccia d’esser costretti ad imbarcare in stiva il bagaglio a mano ecco che guadagnarsi la pole position diventa imprescindibile. Anche l’occupazione del velivolo non segue nessun protocollo civico e gli ultimi arrivati vagano avanti ed indietro per il corridoio alla ricerca di cappelliere vuote ove riporre i non sempre modesti bagagli, mentre le persone nel frattempo sedute li guardano con soddisfazione per averli lasciati con il cerino in mano.

DSC_0150Passati indenni i primi due schemi, se così fosse stato, già pronti ad intonar vittoria, ci si dimentica che il viaggio andrà affrontato con qualcuno seduto vicino che probabilmente sarà in sovrappeso e/o invadente, raffreddato, agitato o ipertecnologico dai volumi musicali incontrollati mentre il sedile posteriore quasi sicuramente sarà occupato da una persona molto alta che per la durata del viaggio sarà impegnata a ricercare costantemente la comoda locazione delle gambe alterando il nostro schienale. Peggio ancora dietro a noi potrebbe capitare un bambino al quale i genitori lasceranno totale libertà di espressione e movimento che culminerà con ripetuti calci al nostro sedile conditi da spazientiti pianti isterici.

A decollo avvenuto, con lo spegnersi delle indicazioni luminose che suggeriscono di tenere allacciate le cinture di sicurezza, si comincia a fare la conta delle persone ottuse: ad ogni click che decreta lo scioglimento di queste né corrisponde una, esclusi i passeggeri costretti ad utilizzare i servizi.

DSC_0153Senza forse e senza ma l’apice dell’insensatezza viene raggiunta nel medesimo istante in cui le ruote dell’aereo toccano il suolo emettendo il forte ed intermittente stridio che provoca un timido applauso che sfocerà in ovazione una volta regolarizzata la corsa sull’asfalto. L’euforica reazione potrebbe anche far pensare che ciò non avvenga regolarmente: inquietante. Mentre c’è chi aspetta seduto al proprio posto che la macchina ponga fine alla sua corsa, c’è già chi con destrezza e velocità houdinesca, si sfila le cinture e si cimenti in posizioni ayurvediche inscatolando la propria testa tra le cappelliere in attesa che da lì a poco, o forse no, vengano aperti i portelloni consentendo così la fuoriuscita dei passeggeri ed il loro perdurante martirio.DSC_0152

Comodamente seduto, penso che l’educazione civica non solo non è qualcosa di superfluo o marginale, ma è uno strumento indispensabile per la corretta coesione di individui e la facilitazione dei compiti che questi svolgono abitualmente.

Purtroppo, verrebbe da aggiungere.

Gli scorci di Pavia raccontati da… (II parte)

Alle persone che scegtorrelieranno di raggiungere Pavia in automobile suggeriamo di programmare il navigatore indicando come punto d’arrivo via Nazario Sauro che è in area Cattaneo a pochi metri dal mercato. Quest’ultimo si pratica in Piazza Petrarca il mercoledì ed il sabato. Numerose le bancarelle che lo caratterizzano e che trattano, come in tutti i mercati d’altro canto, salumi, formaggi, pesce, dolciumi ed altre specialità mangerecce, oltre vari soggetti che possono variare dall’indumento all’articolo per la casa. Specie il fine settimana l’atmosfera è festosa, gioviale e si svolge in tutta sicurezza.

Vagando per la città si è spesso costretti a rivolgere lo sguardo verso l’alto, rapiti dalla bellezza delle numerosi torri che si trovano un po’ ovunque. Durante il periodo medievale Pavia veniva chiamata infatti la città delle torri in quanto se ne potevano contare più di cento; ai giorni nostri ne rimangono una trentina.

treProprio non distante dall’Università di Giurisprudenza, dove tra gli altri si è laureata pure la nota conduttrice autrice Maria De Filippi, svettano imponenti le tre torri di piazza Leonardo Da Vinci, costantemente tenute sotto controllo per evitare che subiscano crolli come già avvenuto con la torre Civica accanto al Duomo venuta giù nel 1989.

Un salto nel medioevo lo si fa anche visitando l’imponente castello Visconteo che è unico nel suo genere in quanto ricoperto da un tetto costruito in tempi moderni e che ne preserva le merlature. All’interno del castello vengono allestite diverse mostre di pittori di fama internazionali sia permanenti che momentanee.

Tra le tante eccellenze pavesi voglio anche menzionare la fondazione CNAO che è il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica per il trattamento dei tumori, esempio mondiale per la cura della malattia del secolo. Già approfondito in maniera efficiente e scrupolosa da Report di Milena Gabbanelli, avrei voluto dare il mio piccolo supporto visitando la sede del CNAO. Non ho avuto l’occasione di organizzarmi per tempo ma prima o poi mi impegnerò in tal senso.

Non è sicuramente una meta turistica ambita, ma evidenziare le realtà che contribuiscono a migliorare la qualità della vita credo sia compito di tutte le persone che in un modo o nell’altro occupano degli spazi con pretese informative come nel caso dei blog.

Lasciando quindi in sospeso motivazioni che variano dalla cucina tradizionale ad argomenti ben più seri, non rimane che salutare Pavia e le persone che mi hanno aiutato ad assaporarla in modo piacevole e privilegiato.

#StayTuned

Correre a Bruxelles si può ma…

Gli appassionati della corsa, che annoverano tra le loro file sempre più persone, mantengono il costante desiderio di correre ogni qualvolta si presenti la possibilità o, qualora ci fosse qualche gara all’orizzonte, in occasione delle giornate indicate dal programma di allenamento. Se gli atleti professionisti dedicano la loro vita all’attività sportiva, non si può chiedere lo stesso a chi conduce un’esistenza considerata normale e che coltiva la sua passione cercando di farla coincidere anche con gli altri impegni, tra cui anche delle meritate gite fuori porta il fine settimana. I costi dei biglietti aerei delle compagnie low cost ormai hanno stravolto le abitudini di viaggio degli italiani che si spostano nelle varie capitali europee con estrema facilità. Qualcuno, come nel mio caso, cerca di unire il dilettevole all’ancor più dilettevole, ossia partecipando a manifestazioni podistiche in città scelte per la loro bellezza e mai visitate precedentemente. palazzo realeCosì nel bagaglio, oltre alla Nikon indispensabile per i produrre nuovi capitoli di Controviaggio, non manca il necessario per il running. Nel caso specifico di Bruxelles mi aspettavo molta più facilità nel poter svolgere i miei compitini in preparazione alla mezza maratona di Barcellona, ma la capitale belga che pur presenta numerose piste ciclabili in realtà mi ha lasciato un po’ deluso in tal senso. Risiedendo fortunatamente in un albergo del centro in Boulevard du Jardin Botanique (Metro Roger) la prima sgambata di 13K l’ho fatta seguendo la via medesima fino all’ingresso dell’Elisabethpark dove, tra l’altro, sorge la bellissima Basilica Nazionale del Sacro Cuore. Essendo il primo giorno di approdo nella metropoli fiamminga, non mi sono fidato di addentrarmi in quartieri o vie sconosciute visto il mio iniziale disorientamento e, non lo nascondo, ho faticato abbastanza a rilassarmi e godermi il mio training quotidiano a causa della noia nel completare brevi e ripetuti giri nel parco. runFortunatamente passati due giorni è stato invece più agevole e soddisfacente completare 18K che mi hanno visto arrivare dal solito punto di partenza all’Esplanade, ossia dove è situato l’Atomium. In questo secondo caso ho costeggiato il canale Zeekanaal Brussel-Schelde per poi salire al Parco Van Laken cui ho seguito una parte perimetrale. Essendo Bruxelles costruita su dei colli in stile Roma, il sali scendi è notevole pertanto le corse sono un interessante banco di prova. La delusione maggiore deriva invece dal fatto che le numerose piste ciclabili sono tempestate di semafori che regolarizzano il passaggio pedonale che, in teoria, non permettono di svolgere sessioni senza pause e che, lo sa bene chi corre, spezzano il ritmo. Personalmente mi son preso qualche rischio o semplicemente o allungato di qualche metro le strade per cercare di passare con il verde evitando insulti bilingui.

La pavimentazione non è sempre delle migliori a causa della scivolosità che ne deriva in seguito alle frequenti giornate uggiose, ma tutto sommato è abbastanza agevole. L’impressione è che gli abitanti del posto preferiscano lo jogging nei parchi piuttosto che il running e, specie nella zona del Parlamento Europeo nonché nel Warandepark che è il Parco situato difronte il Palazzo Reale, è frequente vedere molte persone più attente all’immagine che alla sostanza. Almeno l’impressione è quella.

Correre nei parchi, a meno che non siano decisamente enormi, suscitano in me l’effetto pesce in acquario ma talvolta è sempre meglio sgranchirsi le gambe tra prati ed alberi secolari che starsene sdraiati in qualche camera d’albergo.

Certo è che se tra le tante invenzioni qualcuno escogitasse una rete di tour guide runners, ovvero delle persone disposte a guidare in percorsi sicuri e divertenti turisti con la voglia di esplorare parte della città a loro sconosciuta correndo, sarebbe ben accolta da molti, il sottoscritto in primis.

Qualcuno disposto ad aiutarmi nel crearla?

Come muoversi a Bruxelles

busPrima di dedicarmi alla descrizione della bellissima Bruxelles mi soffermo qualche istante su alcune informazioni utili su come raggiungerla. La maggior parte delle persone non hanno la possibilità di utilizzare aerei di Stato o rimborsi di viaggio pertanto optano di volare con compagnie low cost che utilizzano l’aeroporto di Charleroi come base, 60 km circa dalla città, anziché quello principale di Zaventem a 12 km. Sempre per motivi economici difficilmente da Charleroi a Bruxelles qualcuno opterà per il taxi, preferendo il trasporto in bus. Per quest’ultimo caso la biglietteria del pullman che ci porterà nella capitale fiamminga si trova uscendo dal gate 4 e proseguendo al di fuori del terminal per circa 30 metri dove si incontrerà un gabbiotto ove è possibile fare il biglietto che costa attualmente 17 euro a persona. (nel 2016) Una volta in possesso del tagliando si potrà attendere in fila l’arrivo del mezzo che è previsto per ogni mezz’ora. Chi volesse risparmiare 3 euro, arrivare con il biglietto già in tasca ed eventualmente optare per la priority line può prenotarlo on line all’indirizzo httpTRUCKs://www.brussels-city-shuttle.com/it#/

Il punto d’arrivo è in una zona non proprio delle migliori, la Midi Zuid, dove si trova una delle 4 stazioni del treno che servono la città e dove troverete anche la Metro.

Tenete presente che in Belgio le promozioni dei mezzi on line sono molto frequenti e particolarmente spinte dalle varie compagnie. Il treno, ad esempio, dal venerdì alla domenica propone prezzi scontati suddivisi a zone e purché vengano acquistati in rete. http://www.belgianrail.be/

Con questo sistema personalmente ho risparmiato la metà del costo. Non serve stampare il biglietto acquistato on line, sarà sufficiente farlo vedere a video del proprio smartphone, tablet o laptop al controllore che ve lo chiederà.

Abbastanza facile ma non troppo intuitivo utilizzare la Metropolitana che si snoda in tutti i luoghi possibili immaginabili della capitale. Il biglietto in questo caso si fa direttamente all’ingresso, come in tutte le metro del mondo tra l’altro, con la possibilità di scegliere tra corsa singola (in realtà è valido per un’ora una volta obliterato), giornaliero ed abbonamenti vari. Le stazioni della Metropolitana sono pulite e sicure come i mezzi. Strano inoltre sentire in sottofondo canzoni di Vasco Rossi e Zucchero che spesso armonizzano le attese sempre ben indicate sugli schermi. Chiaramente le brutte abitudini italiane del salto delle barriere o ingegnosi sistemi per non pagare la corsa non sono previste.

All’interno dei vagoni non sono presenti mendicanti, fisarmonicisti, zingari, teppisti e l’impressione è di viaggiare su un mezzo sicuro.

Bruxelles è ben servita anche dai taxi nel caso in cui ad esempio si dovesse scegliere di frequentare un ristorante dove sia richiesto un abbigliamento più impegnativo e quindi meno adatto ad un contesto da mezzo pubblico sia per motivi pratici che estetici.

Non si sente il bisogno di un auto a noleggio ma, eventualmente, parcheggi e distributori sono sparsi un po’ ovunque nel caso si voglia usufruire di una macchina a combustione tradizionale, mentre ancora più intelligente è la proposta di https://www.zencar.eu/en/ che gestisce una rete di car sharing elettrica che si vedono frequentemente sostare in vari punti della città accanto alle colonnine della ricarica confermando la vocazione d’avanguardia della capitale fiamminga.

mercedesNel caso in cui l’attitudine alle vecchie abitudini s’imponga alla logica new age e quindi si decida di rivolgersi ad un classico autonoleggio, il suggerimento è di non farsi abbindolare da offerte strabilianti che però nascondono importanti franchigie assicurative ed in tal caso verificare assieme ad un incaricato che il mezzo consegnato non presenti nessun graffio che in ogni caso andrebbe segnalato. Si sa che il figlio del calzolaio gira sempre scalzo ed infatti nel mio caso alcuni anni fa non osservando queste regole la Sixt mi ha addebitato un parabrezza scheggiato un’ora dopo la riconsegna della vettura e senza che nessun incaricato l’avesse mai verificata assieme a me sia durante la prima consegna che alla restituzione. Fatto sta che a nulla sono valsi i miei reclami per evidenziare di quanto improbabile fosse che sia accaduto a me durante la guida dato che non ho sentito o visto nessun oggetto piombare sul vetro. Nessun ripensamento da parte loro e nemmeno da parte mia che da quel giorno per precauzione mi rivolgo ad altre compagnie e con assicurazioni casco.

Un post Expo: Saragozza

DSC_1285Tra le mete in terra iberica, Saragozza paga pegno alle più blasonate Madrid, Barcellona e Valencia ma la città spagnola rimane un luogo che non delude i visitatori.

Sorge in una zona particolarmente ventilata e le centinaia di pale eoliche che si notano pochi istanti prima dell’atterraggio, per chi ovviamente sceglie l’aereo per raggiungerla, lo testimoniano. L’immagine di questi mulini futuristici introducono l’ospite nel clima che vivrà a Saragozza, un mix tra le imprese letterarie del Don Chisciotte e le realizzazioni scientifiche delle energie rinnovabili, tra il solido ed antico splendore dell’epoca aragonese e le recenti opere in decadenza dell’Expo 2008. DSC_1222

Dall’aeroporto esiste una comoda navetta (la 501) che in una mezz’ora raggiunge il centro città dove sarà conveniente prenotare il proprio hotel per muoversi in modo autonomo, semplice ed economico fino a raggiungere tutti gli obiettivi artistici che orbitano nello stesso raggio.

DSC_1265Il tragitto che si percorre è l’inequivocabile biglietto da visita del capoluogo: la periferia presenta numerosi capannoni di aziende non troppo in salute, in evidente stato di decadenza europeistica e l’avvicinamento alla ciudad si arricchisce di opere futuristiche costruite in occasione di Expo 2008. Il tema allora era Acqua e sviluppo sostenibile ed in effetti quello che rimane dei progetti ce lo ricorda: fanno acqua da tutte le parti. L’immagine di trascuratezza è notevole e sicuramente non facilitano sentimenti positivi al turista che lungo il tragitto tra le distese pianure vede scorrere immagini di sculture che consistono in un aggrovigliarsi di tubi dai colori ormai sbiaditi o rotaie sospese nel vuoto che veicolano navette da centri commerciali a luoghi non ben definiti. Anche il contesto periferico non promette nulla di buono con i palazzi in evidente stato di degrado e l’intervallarsi di negozi con le serrande definitivamente abbassate a supermercati cinesi piuttosto che attività sull’orlo del fallimento.DSC_1328

Fortunatamente però è esistita anche un’epoca in cui gli architetti non erano archistar e badavano al sodo ed il potere era in mano alla monarchia che senza bisogno di travestimenti diplomatici edificava opere che ancora oggi fanno bella mostra di sé nella parte storica e più apprezzata di Saragozza.DSC_1205

Come da costume di Controviaggio riassumiamo in breve le opere più significative da visitare che sono raggruppate in pochi chilometri quadrati, evitando descrizioni accurate che potete trovare direttamente su wikipedia: la bellissima Basilica de El Pilar, il Municipio, la Lonja, la Cattedrale de La Seo, la Muraglia Romana, il mercato coperto, il Palazzo Azara, il Ponte de Piedra e il Ponte del Pilar, nonché scorci di alto profilo architettonico e culturale e vari musei tra cui quello dedicato al Goya, con interessanti riferimenti storici al suo periodo italiano. Poco distante altri capolavori come il PalDSC_1182azzo de Aljaferia, Corte dei Sovrani d’Aragona, che merita una visita anche all’interno viste le esposizioni di arazzi, dipinti, spade, corone, indumenti e manoscritti originali (presente anche Macchiavelli) dell’epoca tarda medievale ospitate in magnifiche e lussureggianti stanze con decoratissimi soffitti oppure la caratteristica Plaza de Toros, sempre a poche centinaia di metri dal Palazzo de Aljaferia e che potrebbe anticipare l’ingresso gratuito all’Istituto di Arte e Cultura Contemporanea Pablo Serrano con sculture e dipinti di varia provenienza oltre che di firma dell’artista spagnolo a cui è appunto dedicato il museo.DSC_1296

La parte storica di Saragozza è molto ricca ed avvicendata a riprova dell’importanza geografica e militarmente strategica che ha assunto nei secoli, ma altrettanto si può dire della vita mondana e delle centinaia di locali che il visitatore avrà piacere di frequentare. Il fine settimana moltissime persone si riversano nelle strade all’interno di pub, bar e ristoranti ma nonostante Saragozza sia una città universitaria l’età media delle persone non lo darebbe a sospettare. Probabilmente, coDSC_1259me sempre succede nelle città con forte influenza studentesca, i giovani universitari usufruiscono dei treni veloci presenti presso la splendida ed enorme stazione e della breve distanza che collega il capoluogo aragonese a città ancora più vivaci, ossia Barcellona e Madrid o che, semplicemente, rientrano nelle loro zone di provenienza per passare il week end inDSC_1302 famiglia. Fatto sta che la prenotazione fatta ben due mesi prima al decantato ristorante Celebris non è stata neppur presa in considerazione, lasciandoci così in balia degli eventi che fortunatamente si sono rivelati meno peggio del previsto vista l’ampia scelta di locande.

Se Expo 2008 ha modificato in peggio l’aspetto architettonico della città con spot scultorei di poco gusto che, ripetiamo, rispetto alle opere di epoca medievale sono del tutto inadeguati e puerili, qualcosa di buono l’ha portato come l’aumento di strutture ricettive ed il conseguente abbattimento dei prezzi vista l’elevata concorrenza; sia per quanto riguarda l’hôtellerie che per il costo vita in generale, con listini che agevolano di non poco l’acquirente. Capita così di bere un boccale di una decorosa birra media a 2 euro e di abbinarci stuzzichini e finger food con pochi altri denari, finendo per cenare cDSC_1291on 6/7 euro a persona. Vero è che nello specifico la Cerveceria 100 DSC_1311Montaditos si rivolge proprio agli studenti universitari che di conseguenza e come prevedibile animano il locale in modo spensierato, con volumi al limite della soglia di sopportazione, ma il fattore economico e folkloristico alla fine faranno pendere la bilancia a favore degli aspetti positivi, tollerando gli ormoni volanti e gli schiamazzi da esuberanza giovanile.

Tirando le somme il post Expo di Saragozza ha lasciato tanti residui pretenziosi e demodé ancor primaDSC_1323 di superare il decennio di vita, ma ha decisamente contribuito ad alzare la qualità delle strutture ricettive che presentano un invidiabile rapporto qualità prezzo e che, inserite nel piacevole contesto storico urbano preesistente nonché indiscusso protagonista, indubbiamente motivano una visita nella città dei Duchi d’Aragona.

« di onorare e premiare le virtù, non dispregiare la povertà, stimare i modi e gli ordini della disciplina militare, costringere i cittadionni ad amare l’uno l’altro, a vivere sanza sètte, a stimare meno il privato che il pubblico » (Niccolò Macchiavelli, Dell’arte della guerra, 1521)

foto: Nikon D7000. Anche su Instagram @Controviaggio

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