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Cerchi lavoro a Barcellona? Eccolo

IMG_20160331_192939Premesso che chi fatica a collocarsi in Italia sicuramente non troverà vita facile nemmeno negli altri Paesi EU, Spagna compresa, la percezione di crescita a Barcellona, così come in Portogallo per citare un altro esempio, fa ben sperare in un presente più roseo ed in un futuro meno traballante ai disillusi cittadini del Belpaese che, zaino in spalla o bagaglio alla mano, cercano dignità altrove.

Mentre Italia e Grecia si alternano negli ultimi posti di tutte le classifiche necessarie a porre le basi di una eventuale ricrescita economica, ma soprattutto civica, evidenziando ogni giorno di più ingiustizia e malaffare sistematici creando malessere, povertà e sconforto tra la maggior parte dei cittadini, a Barcellona ci si è rimboccati le maniche cercando di far buon viso a cattiva sorte.

Vero è che i Paesi del Mediterraneo non sono certo contenti del trattamento impari imposto dai freddi uffici di Bruxelles probabilmente dettati dai teutonici, ma le reazioni sono differenti ed incidono sulle giornate dei comuni mortali che si devono nel frattempo inventare il metodo più consono per andare avanti.

Se la direzione degli italici ed ellenici pare virare verso l’illegalità in un balletto tra burocrazia asfissiante elaborata da malintenzionati cialtroni incapaci e cittadini furbetti spesso costretti, ma anche no, ad una escalation di irregolarità ed illegalità che quotidianamente affossano gli Stati, a Barcellona si assiste ad una notevole prova di forza dove la meritocrazia è ben salda sul podio delle materie indispensabili.

Tornando a noi quindi, l’italiano che va a Barcellona in cerca di lavoro deve coltivare una preparazione non tanto e solo professionale, quanto mentale; se il suo approccio sarà quello di continuare a sguazzare tra le paludi dell’illegalità come abitudinariamente concesso nel Belpaese, in Spagna andrà in contro a ben poche soddisfazioni.

DSC_4100Nella metropoli catalana, dove comunque non tutto è rose e fiori, la maggior parte delle imprese sono gestite da persone giovani con idee avveniristiche e tante ore di lavoro sulle spalle per concretizzarle, come nel caso di Raul Resina Martos, giovane titolare dell’agenzia immobiliare Vivendis cui lui stesso è alla ricerca di agenti e direttori da inserire nel suo organico; ma nonostante anche in Spagna ci siano milioni di disoccupati, fatica a reclutare persone adatte al ruolo. Il mercato immobiliare a Barcellona è in crescita in quanto le persone non fidandosi più delle banche, cui scandali sono ampiamente emersi anche in suolo italico, preferiscono mirare i propri investimenti nel mattone che, volenti o nolenti è sempre qualcosa di concreto.

mercatGli imprenditori che avranno la voglia di mettersi in gioco nella città iberica non dovranno fare altro che spiegare le vele ed aspettare che il vento soffiato da migliaia di turisti, studenti e locali, faccia attraversare loro le prime onde che, a differenza del mare in tempesta perennemente agitato dal Poseidone italiano di turno, probabilmente in men che non si dica calmerà le sue acque rendendo il viaggio scorrevole e redditizio.

Chi invece vorrà adattarsi a realtà esistenti, quindi alle dipendenze altrui, in un primo momento dovrà accontentarsi di svolgere un lavoro dove non sono richieste particolari conoscenze che invece, ovviamente, risulteranno indispensabili in seguito. Se infatti l’istruzione italiana continua a sfornare diplomati e laureati con una scarsissima padronanza delle lingue estere, ma pure di quella nostrana se è per quello, gli altri Paesi mediterranei, tra cui gli orgogliosi ed iper-nazionalisti francesi, spagnoli, portoghesi e pure greci hanno da tempo cambiato marcia ritenendo giustamente imprescindibile l’apprendimento di almeno una lingua straniera.

DSC_4101Esiste l’Erasmus o la buona volontà di moltissimi ragazzi italiani che emigrano a frotte verso Paesi almeno apparentemente più fiorenti, ma la sensazione è che non siano sufficienti questi pur lodevoli movimenti a cambiare faccia alla bastonata cultura italiana.

Morale della favola è che le persone che si sentono in grado di poter dire la propria a Barcellona troveranno sicuramente campo fertile; per chi invece punta a scaldare poltroncine ed alla merendina garantita le porte da bussare si trovano percorrendo altre vie. E tutte le strade, è risaputo, portano a Roma.

Rodi Cult: Il Porto delle Miserie

Dedicando un post al Parco di Rodini, argomento che ha riscontrato parecchia attenzione tra l’altro date le numerose visite, è stata riproposta la formula iniziale di Controviaggio, ossia il confronto tra il bello ed il brutto, il povero ed il ricco, l’intelligente e l’idiota; delle comparazioni, uno contro l’altro appunto. Chissà che ad evidenziare le cose più tragicomiche dei luoghi non siano a trarne beneficio proprio gli angoli più meritevoli d’esser attenzionati.DSC_2620

Seguendo questo itinerario filosofico ci ritroviamo a commentare un nuovo monumento all’idiozia politica che sta prendendo vita, colata di cemento dopo colata di cemento, sotto forma del Nuovo Porto Commerciale di Rodi. Questo progetto, come la superstrada Rodi-Lindos Avenue (…è in punta di penna un bellissimo post a riguardo) si trova in grembo di geniali burocrati cui principale scopo è, evidentemente, cospargere di progetti metropolitani, grigi e puzzolenti realtà affascinanti e millenarie che nei secoli sono e forse continueranno ad essere il motore dell’economia locale basata, pare, sul turismo.

DSC_2616Il Nuovo Porto Commerciale occupa altre centinaia di metri oltre alla zona già adibita a porto, togliendo così spazio ad un tratto di costa che si sviluppa in una baia non particolarmente interessante, non molto frequentata dai turisti e con qualche barca a vela ormeggiata al largo, ma che pur sempre spiaggia era. La strada che la costeggia è diventata un agglomerato di semafori e di incroci di una complicatezza distorta; pochi anni or sono era una strada piacevolmente trafficabile con piccoli negozi e taverne vista mare che la caratterizzavano. Mentre le attenzioni locali si focalizzano sul nuovo porto, di pari passo e forse più velocemente, continua ad evolversi una baraccopoli sorta pochi anni or sono e che lamiera dopo lamiera, da semplice rifugio occasionale, sta diventando un quartiere periferico. Al momento nessuno ha menzionato di utilizzare le gru per demolirle anche perché a Rodi nessuno indossa mutande verdi o felpe con dedica.DSC_2635

Questo porto nasce per soddisfare le esigenze dei locali che hanno necessariamente bisogno dei traghetti per usufruire dei vari approvvigionamenti che giornalmente sbarcano ben stipati a bordo di mezzi pesanti che si occupano della distribuzione. Come sarà riutilizzata la zona che al momento è adibita a svolgere questo compito non ci è dato saperlo ma i presagi non sono dei migliori. La zona che circonda il nuovo futuristico porto è letteralmente circondata da edifici pericolanti e carcasse di aziende dall’aspetto spettrale che mal si integrano ai nuovi edifici nati sotto la nuova stella edilizia, locali da aperitivo perlopiù. DSC_2636L’assurdità, ecco il punto, è vedere palazzi storici completamente abbandonati al loro destino e fior di milioni investiti in grandi opere forse socialmente utili, sicuramente non indispensabili. Dietro a questo non c’è programmazione e qualche barlume di buon senso che influenzi chi ha potere decisionale e progettuale, illuminando almeno una parte del piccolo cervello cui sono ignari portatori e che possa trasmettere loro il seguente messaggio: la civiltà si evolve, i mezzi di trasporto si trasformano e le merci grazie alle nuove tecnologie saranno assemblate sul posto, i turisti che portano i soldini sull’isola richiedono maggiori spazi compatibili con le attività culturali e sostenibili cui vanno sempre più praticando. Perché permettere il crollo di strutture che hanno fatto la fortuna dell’isola e sprecare risorse per costruire grandi opere dalla predestinata e vanamente dispendiosa conclusione?port

Oltre alla Grecia è sicuramente mal comune di altri Paesi sottosviluppati europei, quali Italia, Albania, Romania, Portogallo e Spagna, constatare lo spolpamento sistematico economico di esausti cittadini che loro malgrado vedono i loro risparmi e sacrifici investiti in cemento, opere assurde ed inutili se non dannose, mentre in contemporanea si assiste inermi allo scrostamento degli intonaci nelle scuole, edifici storici ridotti a pezzi, vie e marciapiedi gruviera e centinaia di piccole attività artigianali costrette ad abbassare le saracinesche perché abbandonate al loro destino.

factoryL’unica via d’uscita a questi orrori è intellettuale, ideata da persone con il cervello in movimento e sgombero da idee diaboliche provocate da una crescita burocratica e metropolitana tumorale. Persone sane di mente che riescano a valorizzare l’impronta originale dell’isola di Rodi che si identifica nelle meravigliose mura medievali e la città vecchia che la contengono, nei mulini a vento presenti nel piccolo Porto di Mandraki a sua volta custode del grande segreto del Colosso di Rodi (e c’è chi ha proposto di ricostruirlo ma ci si augura sia internato nell’Ospedale Psichiatrico a Creta), nelle colonne del Tempio di Apollo sul Monte Smith o in quelle di Lindos che maestose formano il tempio di Atena che vigila le splendide case bianche disposte sul promontorio.DSC_2640

I tesori di civiltà della Grecia si tramandano necessariamente dalle preziose antichità architettoniche cui andrebbe portato il massimo rispetto e la totale concentrazione culturale e paesaggistica.

Rispetto che al momento è latitante in buona parte della fallita Europa.

 

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