Puntata Zero. Grecia, Rodi. Real Beach Party Tsambika
Prezzo d’ingresso: 20 euro in prevendita senza trasferimento inclusa una consumazione. 25 euro con trasferimento andata e ritorno inclusa una consumazione.
Prezzo medio consumazione: 5 euro
Organizzazione tecnica: Statues Music Bar Kolymbia
Musica: commerciale
Su Youtube (video non ufficiale): http://www.youtube.com/watch?v=WIqeOsrNQ4k
Parliamo di Rodi e non delle spiagge di Copacabana, Ipanema o Leblon d’accordo (dove Controviaggio sarà presente a novembre) però in questo caso devo ammettere di aver assistito ad un party davvero ben riuscito.
C’erano una volta le discoteche che copiavano lo stile made in Italy con profili da vip, prezzi d’ingresso esagerati, cocktails annacquati da barman di scarsa professionalità, i privé ed i tavoli che ci facevano sì ricordare Milano, ma per il conto finale. Esistono ancora certo, sommerse da costi di gestione elevatissimi che spesso costringono a stampare sulle foto dei loro manifesti appiccicati ovunque deejay dai nomi e volti pressoché sconosciuti. Luoghi dove è possibile trovare sempre più russi ed ebrei, unici oggi giorno a volersi divertire con bottiglie e bella vita, a differenza degli italiani che si sa, alla fine trovano il divertimento nelle cose più genuine.
Infatti per il turista un po’ meno sprovveduto c’è la possibilità di partecipare ad un vero beach party unico nel genere a Rodi sia per la popolarità dell’evento, dato che vi partecipano i migliori tour operators presenti sull’isola, che per la magnifica location, Tsampika Beach, che si svolge davvero sulla spiaggia e non come tanti finti beach party che per spiaggia hanno un prato.
Grazie alla sinergia di tanti tour operators, dicevamo, l’affluenza è decisamente alta, l’abbigliamento consigliato non è certo di tipo formale visto che si balla sulla sabbia, “obbligatorio” il costume dato che naturalmente anche il bagno fa parte della serata. Certo, c’è anche chi come Daniele invita le russe in abiti da sera e tacco 12 per poi con la scusa poterle spogliare dopo il sesto drinks. Giusto ed il bere? Prezzi popolarissimi per vodka redbull, rum cola, birra e via dicendo. Insomma, per una volta scordarsi la Milano da bere farà bene anche al portafogli. Vista la mia età e la presenza di numerose ragazzine e ragazzetti che frequentano il posto vien da pensare anche al discorso sicurezza che non manca certo di figure rassicuranti come buttafuori che hanno il compito di tenere sott’occhio eventuali esaltati e non di rimbalzarvi alla porta se non avete l’aspetto fighetto, oppure di bagnini che supervisionano chi fa il bagno ma senza proibirvi di farlo ed i bicchieri naturalmente in plastica per evitare che qualcuno possa avere strane idee con un bicchiere di vetro in mano. Si sa che quando ci si sente falliti ci si rifugia nelle minacce e nella violenza.
Di violenza comunque non ha senso parlare visto l’ambiente festoso e colorato, anzi, l’appetito è sempre in agguato così che non poteva non mancare la griglia con i souvlaki (spiedini di carne venduti a ben 1,50 euro…).
Come dice un mio amico brasiliano, in ogni luogo ci va il vestito adatto: lo smoking nel deserto è inadeguato e ridicolo. Rodi è sole, spiaggia, mare e vacanza e “l’abito da sera adatto” è il beach party di Tsampika.
Ogni mercoledì di agosto… (Renato)
a breve la recensione night live di Daniele
Grecia. Symi. Ultima Parte
La nostra barca Eviva entra nel cuore dell’escursione e nel cuore dell’isola di Symi dove ci appaiono all’improvviso le numerose case color pastello che rendono questo luogo unico nel genere. Come tutte le isole del dodecanneso anche Symi ha subito diverse occupazioni, tra cui quella italiana dal 1923 al 1943 come nel caso di Rodi, ma fortunatamente non ha subito nessuno stravolgimento architettonico.
Molte case e locali si affacciano direttamente sul porto, con le loro sculture in legno che contribuiscono a dare prestigio all’isola, presenti anche nelle varie chiese e monasteri ulteriormente arricchiti da mosaici.
L’attracco al porto è molto suggestivo e subito si nota come effettivamente Symi sia un’isola di pescatori di spugne. Spugne che abbiamo modo di vedere esposte nelle numerose bancarelle che si interpongono tra la banchina e le taverne che recano ancora molte scritte in italiano ma che si stanno trasformando in richiami cirillici. Il turismo non ha simpatie nazionalistiche, parla la lingua di chi porta denaro.
La visita della cittadina è piacevolissima ed offre moltissimi scorci pittoreschi tra i vicoli animati da altri turisti attratti dalle vetrine di gioiellerie, spezie o dalle stesse coloratissime taverne.
Ed è in una di queste, Pantelis, che decido di consumare il mio pranzo; vista la temperatura si limita ad essere un eccellente piatto di verdura, composto da rucola, pomodorini secchi, scaglie di formaggio grana, condito con aceto balsamico, olio di oliva e del miele. Intorno a me vedo persone che sembrano gradire particolarmente l’immancabile koriatiki (insalata greca) ma anche i rinomati ed esclusivi gamberetti di Symi.
Il tutto a pochi metri dal mare, immersi in uno scenario da favola e prezzi decisamente onesti.
Qualcuno starà pensando che in questa terza parte non c’è nessuna traccia di ilarità o presa in giro… Che sarà mai successo a Renato? Ha litigato con la ragazza? Ha il mal di testa post Beach Party? (…altra recensione in arrivo)
La scena ridicola della giornata è gentilmente offerta dalla signorona russa di turno che, colpita da una ingenerosa raffica di vento, si lascia volare il cappello da diva in un angolo del porto adibito ad ospitare delle paperelle, che forse per il caldo, forse incuriosite dalla scena, rimangono immobili raggruppate ad assistere al recupero del largo cappello bianco. La signora non ci pensa due volte e con profuso impegno scavalca le recinzioni fino a trovarsi a pochi metri dalla vasca delle papere che rimangono senza starnazzi dinanzi alla scena. Non rimane invece impassibile un commerciante di spugne che, richiamata la signora ad uscire da quello che a mio avviso era il suo habitat naturale, ha ripescato il cappello munito di amo e lenza dopo alcuni tentativi andati a vuoto che avevano mandato la sciura nello sconforto più totale. Tutto è bene quel che finisce bene e così la comunità intera ha potuto tirare un sospiro di sollievo nel rivedere sulla testa della signora il cappello bianco da 8 euro afflosciato e sgocciolante.
Dopo queste perle turistiche non mi rimane altro che far passare il mio tempo bevendo un tè a poppa della nostra Eviva dignitosamente ormeggiata e godermi gli ultimi momenti di quella bellissima ed intensa giornata che da lì a poco si sarebbe conclusa. Salpiamo dal delizioso porto di Symi indirizzando la prua verso Rodi, ma con lo sguardo ancorato fino all’ultimo riflesso che il panorama di Chora ci offre. (Renato)
http://www.evivacruiser.gr info@evivacruiser.gr 0030 6947 121746
Puntata Zero. Grecia, Symi. Prima Parte.
Mezzo utilizzato da Renato: Motor Yacht Ferretti, vel. max 32 kn, 2 motori 1000 HP, consumo 300 lt/h
Tempo impiegato: 1:07′
Contatti: http://www.evivacruiser.gr – info@evivacruiser.gr – 0030 6947 121746
Prezzo: dai 110,00 euro a testa a 150,00
Nel frattempo che continuiamo a cercare qualche produttore che capisca quello che stiamo proponendo, dato che Controviaggio nasce come idea per un format tv e non come blog (l’impresa pare ardua in un mondo di De Filippi e Grandi Fratelli), questa volta ci occupiamo di una destinazione davvero spettacolare: l’isola di Symi.
Questa meravigliosa isoletta che dista due ore circa di navigazione con un traghetto di linea è una meta imperdibile per chi è di passaggio o soggiorna a Rodi, isola che stiamo approfondendo.
Naturalmente i modi per raggiungere Symi variano da quelli dedicati alle masse (leggasi traghetto, traducasi Daniele) a quelli decisamente più comodi e veloci (leggasi yacht privato, traducasi io vado con quello).
Avviati i giusti contatti vengo letteralmente buttato giù dal letto alle 8:15 dove un mio caro amico mi conferma che il motoscafo salperà regolarmente alle ore 8:45 (eh?) dato che hanno raggiunto il numero minimo di partecipanti per effettuare questa escursione. La sera prima era stata cancellata.
Abituato ai ritmi del mio lavoro paragonabili ai tempi di reazione dei vigili del fuoco, salto dal letto, mi vesto e nel giro di 6 minuti mi ritrovo in sella ad una Yamaha XT 600 che dovrebbe agevolare la corsa verso il porto di Mandraki, a 30 minuti di tragitto (calcolo effettuato per persone dalla guida normale). Peccato che a 300 metri da casa la moto comincia a dare segnali poco confortanti spegnendosi continuamente a causa, mi diranno poi, della candela. Decido quindi di ritornare a casa, lasciare la Yamaha al suo destino e prendere la solita Mini Cooper S che alla fine mi porterà a destinazione in circa 14 minuti tenuto conto che bisogna fare più attenzione a passare con i semafori rossi rispetto alla moto. (Quando diventeremo format comparirà in sovraimpressione “è finzione non fatelo a casa”)
Il capitano si chiama Kastris e lo individuo subito su un lussuosissimo motoscafo. Con aria snob schivo una fila di turisti che attendono di salire su un barcone pericolante, che già mi vedo a bordo dello yacht… Peccato che alla domanda “Kirio Kastris?” (in greco “signor Kastris?”) mi sento rispondere da un distinto ometto “no Castrol, we have already done fuel” (“no Castrol, abbiamo già fatto carburante”). La barca non era la barca giusta.
Fortunatamente oltre al nome simile, anche la barca che sto cercando non è molto diversa e così in parte recupero la figura precedente. A bordo dell’Eviva vengo accolto dal signor Kastris appunto, che si rivelerà simpaticissimo ed il suo aiutante Manolis, assieme ad una guida parlante russo, una signorona con mano fasciata sempre russa e passeggeri… russi.
Partiamo e subito mi rendo conto che i sovietici, almeno la media della popolazione, non hanno gran confidenza con il mare: lo noto dal colorito color Dixan piatti di una signora che riparata all’interno della barca fissa una piantina sul tavolo come aspettasse diventi albero, da tre ragazzine che occupano subito la prua nel piano superiore con aria da dive inconsapevoli che da lì a poco in quella parte di barca sarebbero arrivati scroscianti getti d’acqua, da un bambino vomitante e da una famiglia con papà mister Bean muto, mamma muta e figlia adolescente assente, che guardavano la tv. O meglio… Sembravano guardassero la tv, ma la tv non c’era. Fissavano il vuoto come quando la cagnetta Laika nello spazio ha cominciato a rendersi conto di cosa le stava accadendo.
Il viaggio dura un’ora ed è abbastanza movimentato a causa del mare particolarmente agitato. A me non provoca fastidio anche se riuscire a bere il tè in quelle condizioni non risulta semplice.
Mentre i russi cercano di non subire troppo le ire di Nettuno, la nostra barca Eviva entra nel porto di Panormitis, dove è prevista la prima sosta. Davvero spettacolare questo porticciolo dai colori suggestivi e dall’aria tipicamente greca. Già qui si notano le prime differenze tra visitare il monastero di Panormitis in compagnia di una decina di persone rispetto ad un centinaio. (Capito produttori dove sta il giochino di Controviaggio? Due modi diversi di vivere le stesse cose…)
Il monastero dell’arcangelo Michele che, narra la leggenda, compare in sogno la prima notte a chi soggiorna a Symi, è davvero un gioiellino. Custodito dagli stessi monaci ormai da decenni offre al visitatore interessanti prospettive artistiche nonché, ovviamente, un forte richiamo religioso.
Numerose sono le icone presenti nella cappella centrale, ricca di affreschi molto ben conservati ed un quadro riguardante il “protagonista” che è l’arcangelo Michele appunto, con la sua spada a difesa degli inferi e dei diavoli che ci minacciano. Molte le offerte a lui dedicate, tra cui una katana che per un attimo penso di prendere e di utilizzare per abbattere qualche russo nella barca, ma la quiete circostante mi fa desistere. Quiete che termina da lì a poco con il traghetto di massa che comincia a suonare la sirena prima dell’ingresso nel porto come di consueto per ricevere in risposta il festoso benvenuto del monastero che intona le campane. Le centinaia di turisti sbarcano ed invadono ogni angolo occupato dalle loro guide di ogni nazionalità, raccolgono i gatti, vengono graffiati dai gatti, si lamentano dei gatti, fanno foto ai gatti, discutono dello spread e le patate lesse mangiate in hotel.
Risalgo a bordo dell’Eviva dove assieme all’equipaggio prendiamo un po’ per il culo i nostri passeggeri a loro insaputa in attesa di riprendere il largo. (Renato)
Puntata Zero. Grecia, Rodi. Lindos Bay e sud dell’isola. (Seconda Parte)
Mezzo utilizzato da Renato: Mini Cooper S da 163 cv
Tempo di percorrenza da Faliraki a Pefkos: 18′
Playlist:
- Le foglie e il vento (Ron) http://www.youtube.com/watch?v=IRQSeovRZk4
- Run to me (Tracy Spencer) http://www.youtube.com/watch?v=gPALPa5lFns
- Burning heart (Survivor) http://www.youtube.com/watch?v=yL3lJfpenAc
- Il mio pensiero (Ligabue) http://www.youtube.com/watch?v=cvHPFfiv708
- E adesso che tocca a me (Vasco Rossi) http://www.youtube.com/watch?v=jicS6KLr8j4
Daniele ancora non sa che dormirà in un hotel 3 stelle.
Raggiungo il Lindos Bay che, nonostante gli aiuti satellitari di ogni genere e tipo, non trovo.
Al sesto passaggio in cui il mio smartphone mi indica una roccia con una capretta che mi guarda insospettita come punto d’arrivo, ricordo le mie origini umane e chiedo indicazioni ad una persona. La tentazione di chiederle alla capra era piuttosto forte. Mi imbatto invece in un simpatico omino che ho incontrato mentre scendevo un pendio che mi avrebbe portato a morte sicura non avessi fatto marcia indietro. Così chiedo Lindos Bay e scopro di aver trovato l’unico australiano emigrato a Rodi negli ultimi 30 anni che tra una smerigliatura di ringhiera e l’altra mi indica le migliori spiagge di Lindos non capendo che cercavo l’hotel Lindos Bay e non la baia di Lindos. In un primo momento ho pensato fosse stato mandato da Daniele per farmi uno scherzo. Fatto sta che in un modo o nell’altro arrivo finalmente nell’hotel cui capeggia la scritta “Sentido”.
Al check in mi viene consegnata una scheda da compilare in greco ed inglese (quindi immagino già le dimostranze degli italiani) e la camera assegnata è la 214. Sarà l’esperienza acquisita in questi anni ma già quando ho chiesto informazioni alla capra avevo intuito che non sarei finito nel lusso che cercavo. Ed infatti… Se la posizione dell’hotel in se stessa è davvero eccellente perché direttamente sulla spiaggia di una baia bellissima, la struttura è il classico albergone costruito fine anni 80 con pezze di verniciatura qua e là.
La stanza è sicuramente di ottima fattura, con un letto matrimoniale molto curato, aria condizionata regolarmente funzionante ed un bagno in condizioni piuttosto buone. Ottima impressione la danno anche gli accappatoi e le ciabattine gentilmente messi a disposizione dell’hotel ed una bottiglietta d’acqua, peccato tenuta fuori dal frigo a temperatura ambiente. (L’ambiente offre 38 gradi).
Non avrei tempo di usufruire della Spa ma, sinceramente, dopo aver frequentato le spa alle Maldive e gli hammam in Giordania, ho il sentore di non perdermi nulla.
L’attesa di Daniele finalmente finisce. Il suo “parto adesso da casa” mi ha consentito di dormire un’oretta abbondante. Abbiamo quindi cenato. Sinceramente un ottimo ambiente, non troppo affollato, con gente abbastanza educata e civile. Cucina internazionale con punto di forza lo show cooking ma anche il reparto verdura, frutta e dolci molto curato. Personale all’altezza, veloce e preparato.
Finita la cena, nonostante il tentativo di Daniele di rincorrere tre ragazze svedesi che sembravano abbastanza predisposte ad una partita a rubamazzetto, siamo finiti al Mojito, dove oltre ad avermi salvato il mio futuro matrimonio ho finalmente bevuto anch’io due mojito appunto, dopo un’astinenza mensile.
Uno alla fragola ed uno al kiwi, decisamente buoni. Atmosfera sublime grazie al cielo di quella parte di Rodi che, non essendo luminosamente inquinata presenta un cielo davvero stellare. In tutti i sensi.
Cielo che mi aiutava a conquistare le ragazzine quando nel lontano 1994… Sì occhei Maria, non continuo.
Tutto il romanticismo del luogo scompare alla presentazione del conto (31 euro per 4 Mojito mi pare) che fanno sì che io saluti il simpatico rasta che ci ha serviti. Per sempre.
Non del tutto abituato ad avere in corpo delle piccole dosi di alcool, dopo qualche discorso filosofico, comunico a Daniele che lui non dormirà al Lindos Bay bensì al Kamari beach, senza però riuscire a cogliere nei suoi occhi la delusione che mi sarei aspettato. Vorrà dire che la prossima volta la preparerò meglio. (Renato)
Puntata Zero. Grecia, Rodi. Golf Country Club.
Continuo nella ricerca di qualcosa che possa definirsi “luxury”.
In questa occasione ci avviciniamo al mondo dello sport ed in particolar modo al golf. Disciplina tradizionalmente considerata elitaria alla pari di quel che fu il tennis decenni or sono e, come nel caso di quest’ultimo, sempre più popolare e praticabile.
Il Golf Country Club di Rodi si trova ad Afantoy ed è gestito da una coppia di mezza età con il lui greco e lei italiana che ringraziamo per la cortesia e disponibilità nel concederci l’attrezzatura utilizzata per il servizio.
I giocatori che più che a smazzare palline pensano a sorseggiare qualche aperitivo su comodi divanetti in ambienti dal retrogusto anglosassone rimarranno clamorosamente delusi; il club infatti è uno dei pochi statali ancora esistenti, mi azzardo, al mondo. L’ambiente non è certo lussuoso, anzi, ricorda molto un dopolavoro e non sarei rimasto sorpreso se una volta varcato l’ingresso avessi trovato un campo da bocce anziché quello da golf.
Finalmente raggiunto dal mio compare Daniele che per non smentirsi si è presentato in abbigliamento da spiaggia facendo sogghignare i golfisti presenti dato che, converrete con me, la risata grassa non è chic ma ci stava tutta, siamo saliti a bordo della nostra macchinetta elettrica guidata da me visto che nei suoi sogni c’è la scena cinematografica di saltare una cunetta e finire in una piscina circondata da gente incredula che sorseggia il drink. Non mi pareva il caso.
Il campo da gioco in se stesso è ovviamente molto ampio dato che offre il percorso massimo di 18 buche mentre il manto erboso in questo periodo non è dei migliori visto il clima torrido che non facilita certo i lavori di manutenzione. Assolutamente perfetti i green invece.
Nonostante le ore calde in cui ci siamo presentati sul campo, ho quasi goduto di un’atmosfera rilassata e piacevolmente silenziosa che ben avrebbe conciliato con la mia voglia di cullare i miei pensieri in quel limbo di pace terrestre, non fosse stato per la presenza del mio socio che non ha colto del tutto lo spirito di questo sport.
Mi sentivo un po’ Churchill (anche se lo statista in realtà non praticava il golf che anzi riteneva un buon metodo per rovinarsi una passeggiata) affiancato da Benigni.
Fatto sta che per un attimo il mio metabolismo da ricco è stato in parte appagato quando abbiamo visto avvicinarsi alla rete di recinzione delle comuni persone in costume da bagno che avranno pensato chissà cosa su di noi prima che constatassimo che tale curiosità derivava non dal chi eravamo noi, ma per Daniele: vedere uno in infradito, bermuda ed occhiali da sole fluorescenti che “gioca” a golf non è roba da tutti i giorni.
Alla fine non c’è stata partita, nel senso che non abbiamo proprio giocato e quindi darvi delle informazioni tecniche sarebbe blasfemo agli occhi dei veri giocatori di golf alla Tiger Woods con il quale una cosa dopo il nostro exploit pomeridiano ci accomuna: l’abbronzatura.
Fatto sta che per chi vuole cimentarsi in questa bella disciplina senza dover fare un mutuo in banca, Rodi è il posto adeguato anche nei prezzi contenuti, sia per l’usufrutto del campo sia dell’attrezzatura. Costi decisamente più sostenibili da un essere umano di fascia media rispetto al prezzario europeo che appunto contraddistingue questa disciplina sportiva come elitaria. (…e personalmente sono d’accordo nel mantenere delle zone di mondo off limits)
Nota negativa la mancanza di un istruttore o di corsi dedicati alla persone che come me e Daniele (al quale è stato proibito l’ingresso una seconda volta) vorrebbero avvicinarsi a questa sorprendente disciplina. (Renato)
Spa – ghe – tti! (Tributo a Lotti)
































