Los Angeles. Il cadavere di Santa Monica ep.3

L’ultima delle ipotesi riguarda un uomo molto ricco che ama fare acquisti nei negozi della Rodeo Drive. Una delle vetrine lo specchia con indosso una giacca gialla dai profili luccicanti e dei pantaloni blu a zampa di elefante. Anche la camicia bordeaux ha lo stile retrò. Porta un paio di occhiali da sole con lenti ovali arancioni, grandi ed avvolgenti. Nonostante l’età avanzata in testa ha praticamente tutti i capelli che sistema periodicamente dal parrucchiere dei vip a Los Angeles. Proprio in quel rinomato salone ha incontrato colui che è diventato il suo compagno attuale. Un ragazzo di mezza età, di origine cubana, con un passato abbastanza oscuro. Pochi si chiedono come sia giunto a frequentare gli ambienti di lusso viste le umili origini. In realtà qualche malalingua sospetta che abbia concesso il proprio corpo a gente facoltosa pur di sistemarsi definitivamente a Beverly Hills. Fatto sta che l’incontro tra i due era stato subito proficuo. Un appuntamento al ristorante, una cena romantica, parole e sorrisi, la complicità davanti ad una bottiglia di vino pregiato francese, uno sfioramento delle mani e poi il fine serata nella villa ad Hollywood. Fondamentalmente quello era stato l’inizio di una storia che sigillava il passato dei due. Si godevano i loro momenti fatti di shopping, bagni rinfrescanti nella piscina di casa, massaggi e regalini reciproci.
Poi c’erano le partecipazioni alle cene in cui capitava spesso di incrociare i calici con personaggi affermati o starlet dell’alta società californiana. I rapporti con le famiglie erano nulli per quanto riguarda l’uomo dalla giacca gialla e ridotti all’osso per il ragazzo cubano. Nel primo caso il motivo era dovuto al fatto che i suoi due fratelli non avevano mai accettato il rapporto che intercorreva tra lui ed il cubano che accusavano di opportunismo; da parte di quest’ultimo le tracce della famiglia si erano sbiadite con il passare degli anni e della lontananza. Un mix di invidia, gelosia e risentimento che li avevano condannati al loro esilio dorato ma a cui loro non davano alcun peso.
L’ambientamento dalla ricchezza alla povertà è un dato che cambia notevolmente se invertiamo i fattori. Il rischio di dimenticare le proprie origini è inoltre una delle cause più frequenti di chi si ritrova benestante dal oggi al domani. Il ragazzo cubano aveva rimosso la sua fervida partecipazione ai discorsi politici che lo distinguevano da adolescente; il pathos che lo faceva litigare per difendere a spada tratta le sue idee. Da ragazzino sognava di sfidare verbalmente qualche politico di grosso calibro, quelli che hanno i fili mossi dalle enormi multinazionali, per capirci. Mai si sarebbe immaginato di condividere un banchetto assieme a loro in qualche lussuosa villa. Frequentandoli non solo ha dimenticato il suo passato ma si è anche adeguato al loro presente che è fatto di scambi di parole ponderate e di cortesia, di finta ammirazione, di baciamani e scatole infiocchettate; macchine prestigiose che riempiono i viali delle case sulle colline californiane o mogli avvenenti con il corpo in visita ufficiale insieme al marito affermato e la mente in braccio all’amante surfista. Forse tutti questi artifizi gli hanno spinti per un pomeriggio a fare qualcosa di diverso. Ritagliare un po’ di tempo esclusivamente per loro.
La radio della Bentley spesso viene mutata dalle loro battute seguite da grasse risate. Prendono in giro i conoscenti creando delle simpatiche caricature ed enfatizzando quelli che le vittime pensano essere grandi pregi. La macchina si sta dirigendo verso Santa Monica. Il buonumore li segue anche quando devono parcheggiare la macchina sulla sabbia in mezzo alle decine di altre autovetture popolari. Attraversano il molo passeggiando e guardandosi in giro mentre delle nuvole avanzano gonfie, scure e minacciose verso di loro. Non trascorre troppo tempo da quando le prime gocce d’acqua cominciano ad inumidire la passerella e le persone che ci camminano sopra. Decidono di ripararsi e di acquistare due bevande gassate sentendosi di nuovo ragazzini. L’alternanza della pioggia permette loro di arrivare fino alla fine del pontile e guardare l’Oceano che si sta agitando minaccioso. Lo fissano pensierosi. Di tanto in tanto bevono dalle loro bottiglie di vetro attaccandosi al passato. Entrambi da ragazzini erano stati poveri. Invecchiando si capisce che per quanti soldi uno possa avere niente può ridare la giovinezza andata. Se lo ricordano a vicenda.
Tra questo turbinio di gioie, malinconie e temporali si presenta nella storia un apparentemente inutile insetto. E’ un ape che attratta dallo zucchero della bevanda si infila dritta nella bottiglia dell’uomo descritto all’inizio con la giacca gialla che tra i due, destino vuole, è allergico proprio al veleno di questi preziosi insetti. Avvicina la bottiglia, un sorso, una puntura in bocca. Poi un angiodema che occlude le vie respiratorie… Il resto è un assurdo agonizzare fino alla perdita della coscienza e la conseguente morte.
Questa è anche la descrizione che il ragazzo cubano fornisce agli inquirenti che, richiuso il cadavere nel sacco, lo catalogano come un decesso per anafilassi.
La porti un bacione a Firenze
Firenze è stato un abbraccio ed un affettuoso saluto ad un amico, quelli che si contano sulle dita della mano.
Ci siamo incontrati in Via del Santo Spirito, a pochi metri dal Ponte alla Carraia in uno dei locali che preferisco ogni volta che torno nel capoluogo toscano, Il Santo Bevitore.
In realtà i nostri racconti di vita han risuonato tra le mura del piccolo ma gradevolissimo Il Santino, facilmente riconducibile al più ampio fratello maggiore Santo Bevitore situato di fianco, per l’appunto.
In uno dei tre o quattro modesti tavolini dove potersi accomodare i nostri racconti scorrevano piacevolmente come il calice di vino Vermentino che abbiamo scelto di consumare. Un vino bianco particolarmente luminoso come la splendida ed inusuale giornata soleggiata novembrina di cui stavamo godendo.
Il banco dei salumi e formaggi de Il Santino ricorda una vecchia macelleria o, meglio, una salumeria e tutti gli insaccati esposti in vetrina sono invitanti come i profumi, che si librano in una danza olfattiva all’interno del piccolo locale. I formaggi insaporiti dalle conserve intervallavano le nostre parole, a volte dolci, a volte amare, necessarie per descrivere la vita.
Ma Firenze non è stato solo l’incontro con un amico, è stato condividere bellissimi momenti con la mia amata.
La Sorgente di Francesca è stata scelta da Lei, location nella zona alta di Firenze, nel verde delle colline di Fiesole e non proprio vicinissima alla città. Una suggestiva alcova d’amore in una Corte dall’aspetto rassicurante, una Villa dalla storia percettibile e stanze vissute nei quadri, molti dei quali probabilmente dipinti dai padroni di casa.
Nell’atmosfera un po’ retrò che ho voluto creare nel mio racconto mi riesce enormemente difficile parlare di wifi o segnale del telefono di cui, quasi fortunatamente, abbiamo dovuto fare a meno durante la nostra permanenza nella splendida camera Mimosa.
Firenze è intimità ma anche condivisione ed aver scelto un locale storico come Fiore (a Scandicci) per sigillare il momento positivo che stiamo vivendo si è dimostrata l’ennesima scelta perfetta, figlia della pazienza e del raziocinio che grazie a dio possediamo entrambi. Ai palati la fiorentina di carne Chianina si è dimostrata una pietanza eccezionale che farebbe vacillare le pupille gustative anche al più convinto dei vegani. Superlativa. Menzionare i contorni, che erano delle verdure cotte, sembra quasi inopportuno ma necessario visto la bontà di pure queste ultime.
Si è mangiato molto e bene ma si è passeggiato anche nel centro città, dove i rinascimentali monumenti di Piazza Signoria, il Duomo, la Galleria degli Uffizi, Ponte Vecchio, la Cappella dei Medici e la stessa Piazza Santa Maria Novella si sono crogiolati tra i raggi di sole primaverili ed esposti fieri alle migliaia di obiettivi di smartphone e macchine fotografiche puntate, come di consueto, su di loro, le vere Star di questo luogo al centro del mondo.
Tra un bacio ed uno sguardo intorno, altro non si può fare che sorridere vedendo le decine di ambulanti abusivi tentare di vendere estendibili per smartphone in stile GoPro e pensando che gli antenati delle stesse persone che oggi sono impegnate ad immortalarsi in improbabili selfie sono gli stessi che hanno ideato e costruito ciò che rende Firenze meravigliosamente ed eternamente unica.
Irresistibile Firenze
Ma io che farò in questa città fottuto di malinconia e di lei intonava il compianto Ivan Graziani nel suo brano Firenze (Canzone triste). Beh, di sicuro la cosa alla quale non si può rinunciare è mangiare e bere.
Il fantastico capoluogo toscano offre una quantità innumerevole di locande, brasserie e ristoranti per ogni gusto e tasca e l’innamoramento è inevitabile mentre si percorrono i vicoli del centro, tra Chiese e Cattedrali, musei e monumenti, palazzi rinascimentali e negozi di prestigio con i profumi che ci avvolgono in quasi ogni istante della visita. Sapori medievali come alla Loggia del mercato nuovo dove esistono e resistono chioschi che offrono il lampredotto, cibo dalla carta d’identità toscana. Il lampredotto è uno dei quattro stomaci dei bovini che, dopo essere stato bollito, viene servito con pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano. Il classico piatto povero diventato parte integrante della cultura toscana.
Il nostro blog dovrebbe essere contro, ma a Firenze di contro c’è ben poco da trovare perché la qualità dei prodotti e la professionalità è davvero di altissimo livello.
Tra i tanti è il caso del Santo Bevitore, situato nella medesima via a pochi metri dall’Arno, ambiente spazioso, sapientemente arredato, pulito e curato nei particolari. Il personale gentile e preparato serve nella giusta velocità delle ottime pietanze e numerose tipologie di vini di squisita fattura. (http://www.ilsantobevitore.com)
Essendo nati a parecchi chilometri di distanza dalla Mecca non dobbiamo privarci di vassoi caricati con prosciutto crudo, salame, finocchiona. La loro morte naturale è con il fantastico pane casereccio, accompagnati da vari tipi di formaggio più o meno stagionato ulteriormente insaporito da favolose mostarde.
Per poi continuare con dei pici (pasta fatta in casa, tipica toscana pure quella) al ragù di carne altamente selezionata che mette l’ennesimo accento a quello che è un tripudio culinario.
Ed a proposito impossibile non citare la chianina, tipo di carne utilizzata per grigliare le famose fiorentine (che per un periodo erano state vietate, ricordate la mucca pazza?)
A questo proposito mi vengono in mente quelle domandine idiote dal taglio adolescenziale che di tanto in tanto capita di fare: ma tra una fiorentina ed un limonino con Belen (o metteteci chi volete a vostra scelta) tu cosa sceglieresti? E’ eccitante vederla in piedi per qualche minuto, prima di sdraiarla su un lato, ammirarla, girarla dall’altro ed al momento giusto gustarcela in tutta la sua magnifica consistenza. Belen? No, la fiorentina!
Numerosi anche i luoghi dove poter alloggiare durante la permanenza nel capoluogo: questa volta è toccato al Park Palace, comodo perché nelle vicinanze di Porta Romana e di conseguenza al centro. Struttura affascinante dal sapore nobiliare, di proprietà svizzera. Prezzi consoni ad un 4 stelle situato in una suggestiva e tranquillissima posizione. Stanze in ordine e pulite, personale professionale. (http://www.parkpalace.com/it)
Per chi non ha interesse ad alloggiare necessariamente a Firenze c’è la possibilità di dormire presso Villa Murray ad Impruneta, immerso nel verde tra cerbiatti e scoiattoli e la gentile signora Silvia con le sue ricette delle torte che troverete durante le interminabili colazioni. (http://www.villamurray.it)
Per spingersi verso Siena, nel delizioso borgo di San Gimignano, alla Collegiata, splendida struttura trasformata da monastero ad hotel che offre agli ospiti una cucina di altissimo di livello ed un altrettanto curata cantina di vini.
Per i più esigenti, come chi scrive, c’è la possibilità di alloggiare all’interno della torre dove è situata la suite con al piano inferiore la camera da letto ed in quello superiore una piscina jacuzzi con vista panoramica delle mura e torri medievali di San Gimignano appunto. (http://www.lacollegiata.it)
Abbiamo cominciato citando un brano di Ivan Graziani, terminiamo riportando l’intero testo di Firenze Sogna di Claudio Villa che meglio descrive i nostri sentimenti e che dedichiamo a Firenze che ci ha ospitato ed alle coppie (poco litigiose) che sapranno apprezzare e vivere queste magiche atmosfere.
Firenze stanotte sei bella
in un manto di stelle
che in cielo risplendono
tremule come fiammelle.
Nell’ombra nascondi gli amanti,
le bocche tremanti si parlan d’amor.
Intorno c’è tanta poesia
per te vita mia sospira il mio cuor.
Sull’Arno d’argento
si specchia il firmamento
mentre un sospiro e un canto
si perde lontan.
Dorme Firenze
sotto il raggio della luna,
ma dietro ad un balcone
veglia una madonna bruna.
Sopra i Lungarni
senti un’armonia d’amore,
sospirano gli amanti
stretti stretti cuore a cuore.