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Le origini di Tocai e Spritz

Nella botte piccola si trova il vino buono e mai frase fu più veritiera se applicata alla Provincia di Gorizia che, nel risicato lembo di terra rimasto dopo la Seconda Guerra Mondiale, tema già trattato qui https://controviaggio.wordpress.com/2016/01/01/gorizia-citta-ai-margini-ma-parte-i/ ha concentrato la maggior parte degli sforzi agricoli nella coltivazione di vigneti che fanno bella mostra di sé in particolar modo nella rinomata zona collinare chiamata Collio.

tocai_italicoTra i tanti vini rossi e bianchi che si possono trovare sulle tavole di tutto il mondo grazie ad un efficace marketing da parte di alcune aziende più evolute in tal senso, il più caratteristico, antico e conosciuto non solo per motivi enogastronomici è il Tocai, o meglio fu Tocai dato che in seguito ad un accordo tra Commissione Europea ed Ungheria nel 2007 solo il vino prodotto tra i filari magiari può vantarne il nome. Tokaji tra l’altro. Evitando accuratamente di entrare nell’ingarbugliato mondo burocratico in cui sguazza l’Europa, è giusto far notare come giustamente già sottolineato da esperti del settore, che a prescindere dall’effettiva paternità storica del nome di cui documentazioni rivelano che sarebbe stato infatti lo zio di Re Bela IV sovrano magiaro il Patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs a inviarne in Ungheria le prime viti nel Duecento, una convivenza di nominativo sarebbe potuta coesistere principalmente per due motivi: il primo l’effettiva diversità del prodotto stesso che si differenzia tra il secco Tocai friulano ed il dolciastro Tokaji ungherese, la seconda dettata dal buonsenso derivata da una centenaria condivisione storica culturale che si è evoluta nel corso dei secoli, dove si sono rimodellati i confini ma non le tradizioni di popoli simili. Fatto sta che tra balzelli burocratici e cavilli giuridici i viticoltori friulani dopo qualche attimo di panico hanno rinominato il vino Tocai semplicemente Friulano che continua ad essere uno dei vini bianchi più richiesti nonostante il forzato cambio nome.

spritzbiancoSe per il vino Tocai abbiamo fatto un salto nel passato fino ai primi decenni del secolo scorso, per scoprire le origini dello Spritz basterà girovagare in uno dei periodi più bui ma incisivi del martoriato territorio isontino, ovvero la Prima Guerra Mondiale. In questo caso non è servito l’intervento della Comunità Europea per fuorviare il collettivo dalla verità storica bensì la caparbietà dei veneti e la loro attitudine al commercio. Anche lo Spritz tanto caro agli studenti universitari infatti ha radici regionali, in particolar modo della fascia di territorio goriziano e triestino. In questo caso non serve scomodare nessun archivio per affermarlo con sicurezza dato che possiamo individuarne le origini già nel nome stesso. Lo spritz infatti altro non sarebbe che una bevanda creata dal miscelamento di vino rosso o bianco e l’aggiunta di acqua minerale frizzante che ai tempi, non esistendo le bottiglie d’acqua gassata, veniva letteralmente spruzzata con un attreCAMPARI-SPIZzzo chiamato seltz. Spritz(er) in tedesco significa spruzzo infatti ed era il termine adottato dai militari austroungarici che annacquavano i vini locai in quanto consideravano la gradazione alcoolica troppo elevata per i loro gusti. A sostegno di questa tesi è inoltre vigente la tradizione locale goriziana e triestina che per spritz ancora oggi intende una bevanda di acqua e vino bianco o rosso con eventualmente l’aggiunta di una scorzetta di limone. Il marketing però fa miracoli ed indirizza la propria verità dove conviene e così, come detto, si potrà leggere tra i vari blog, racconti ambientati in Veneto, conditi da vari aneddoti campati in aria riguardanti il Prosecco e con la futura comparsata dell’Aperol, che hanno dato vita ad un lontano parente dell’originale chiamato infatti Spritz Veneziano.

Della serie beviamoci su, ma essere presi per il culo no.

Settembre. Il mese ideale per…

Settembre è il mese della calma, della riflessione.

DSC_2792Forse il mese più adatto all’involontaria semina della nostalgia che germoglierà nei mesi autunnali, quelli più freddi.

A settembre chi ha il privilegio di viaggiare potrà farlo con dei ritmi più rilassanti e costi ragionevoli rispetto a quelli sostenuti dagli affannati turisti del mese precedente.

Il giorno le spiagge si rimodellano lasciando ampi spazi che anche il mare sembra gradire rallentando il suo impeto ondoso.

La sera motorini e schiamazzi scompaiono a beneficio di persone silenziose amanti delle camminate e già muniti di indumenti meno variopinti e più funzionali.

Ecco, settembre si può definire un mese gentile.

Correre diventa più piacevole; con la diminuzione del caos aumentano i percorsi ed anche la temperatura gratifica lo sforzo. Chi avrà resistito ai mesi torridi di piena estate persistendo negli allenamenti raccoglierà i suoi frutti e potrà beneficiarne durante le numerose competizioni che si svolgono in quasi ogni parte del mondo. Chi non partecipa alle gare potrà semplicemente godere di gradazioni fresche ed asciutte che renderanno i movimenti più fluidi e normalizzeranno il respiro durante le attività all’aperto.faro

Per molte aziende, specie nell’ambito turistico, comincia il tempo dei bilanci e si apre il mercato della compravendita di manager che come calciatori cambiano casacca riciclando i vecchi umori con nuove ambizioni. Figli di lunghe stagioni accumulate qua e là che passano la spugna sulla lavagna di settembre in attesa di riscrivere nuovi versi su quelle dei mesi successivi.

Settembre è tempo di vendemmia e profumo di mosto che può ingannare l’olfatto degli inesperti inebriandoli con il suo profumo corposo e definito, celando in sé un’annata formidabile oppure al contrario un fallimento. In un caso o nell’altro, anno dopo anno, la vigna è la stessa. Su di essa determinano gli eventi trascorsi.

Settembre sono i saluti e le strette di mano a persone che crediamo importanti e che magari per qualche mese lo sono state, ma pronte a svanire nel nulla come le centinaia di teli stesi sul bagnasciuga o gli ombrelloni cui l’ombra non sembra più necessaria nonostante il persistere di caldi raggi solari.

E godere di ciò che rimane e che, al solito, è l’essenza.

 

September (David Sylvian)

The sun shines high above
The sounds of laughter
The birds swoop down upon
The crosses of old grey churches
We say that we’re in love
While secretly wishing for rain
Sipping coke and playing games

September’s here again
September’s here again

Settembre (David Sylvian)

Il sole splende su, in alto
Il suono delle risa
Gli uccelli si posano
Sulle croci di antiche chiese grigie
Noi diciamo d’essere innamorati
Mentre in segreto speriamo che piova
Sorseggiamo Coca Cola, giochiamo

Settembre è qui, di nuovo
Settembre è qui, di nuovo