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Mangia, Prega, Parma

Sono anni che passo di fianco a Parma ma mai avevo avuto occasione di visitarla prima d’ora.

Nel mio immaginario la città ducale aveva un aspetto nitido, regale, giovane, pulito, addirittura snob. L’impatto è stato abbastanza deludente invece, alla stregua di quando andai per la prima volta a Vienna, capitale del romanticismo che mai avrei immaginato subire una crisi d’identità così consistente.

DSC_0391La periferia di Parma offre al visitatore la classica atmosfera della distesa e cruda Pianura Padana, dai colori tradizionalmente sbiaditi ed industrie sparse qua e là quasi a rimarcare la durezza di quel territorio, da sempre solcato dagli aratri di volenterosi contadini e dai sacrifici degli allevatori di bestiame che ancora ci permettono di primeggiare nel mondo intero nel campo agroalimentare.

DSC_0388Ma se le colorazioni ambientali sono quelle che sono, lasciano stupiti le pigmentazioni dei cittadini parmensi che nella mia tranquilla novembrina domenica pomeriggio, risultavano essere alquanto scure, tanto da farmi pensare di essere in un quartiere di Harlem più che in qualche Borgo della città ducale, completamente invasa da cittadini extra europei. Mi limito a fare delle constatazioni ambientali e non riflessioni politiche.

DSC_0395Lasciata alle spalle la periferia e la sagoma dello stadio Tardini dove poche ore prima, fortunatamente senza la mia presenza, si era consumato l’ennesimo scempio di quella che una volta era una squadra di calcio chiamata F.C.Internazionale, si arriva nella zona del centro della città emiliana, irraggiungibile con mezzi propri. Personalmente non mi posso permettere di suggerire una lista di monumenti e chiese dato che la mia visita è stata molto fugace, con lo scatto di poche foto anche a causa di una luce molto impegnativa e poco gratificante. Girando per le vie del centro ci si imbatte comunque nella Chiesa di San Giovanni Evangelista, nel Duomo ed il Battistero. Molto interessante anche Piazza Garibaldi che nel primo pomeriggio ha cominciato a popolarsi. La tappa parmense, come ho da subito ammesso, non è stata approfondita, così dopo aver girovagato a casaccio tra le decine di Chiese, Battisteri e Monasteri, tra un vicolo e l’altro, tra la moltitudine di eleganti palazzi dalle pulsantiere dorate riportanti nomi di avvocati e notai ed altrettanti negozi con le serrande abbassate recanti cartelli vendesi ed affittasi, ecco trovato un luogo non troppo turistico dove assaggiare le molteplici specialità culinarie; a dire il vero di turisti ce ne sono parecchi, ma conforta il fatto di trovare anche molte persone locali.

DSC_0398La trattoria si chiama “Corrieri” in via Conservatorio, il menù offre tutti i piatti tipici emiliani tra cui sottolineo un eccezionale prosciutto crudo di Parma nemmeno lontanamente parente di quello che si acquista nei supermercati. Constatazione degna di Capitan Ovvio, obietterà qualcuno, ma di questi tempi dove gli egiziani fanno la miglior pizza napoletana ed il kebab prende il posto della mortadella, è sempre bene sottolinearlo.

In conclusione, parafrasando il comico Maurizio Crozza mentre imita l’On. Antonio Razzi vien da dire “Bella, ma non ci vivrei”.

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Contro… Trip Advisor

Il noto logo di Trip Advisor

Il noto logo di Trip Advisor

 

In questi ultimi vent’anni si sono trasformati ed evoluti i mezzi per comunicare, fondamentalmente non sono cambiati quelli per spostarci che si sono invece riproposti alle masse con vantaggiose offerte, aprendo così a quasi tutti le porte d’accesso a luoghi fino a poco tempo fa frequentati solamente dalla medio alta borghesia.

Ultimamente si percepisce una sensazione di quasi competitività tra le persone che si elencano a vicenda i luoghi su cui sono “transitati” spesso  senza alcun approfondimento, con un frasario che si limita a ricordare i piacevoli momenti passati con l’animazione o gli amari sorseggi del caffè espresso nella baracca in periferia di Hammamet. Le recensioni dei resorts e dei viaggi che dovevamo sostenere per raggiungerli erano affidati a professionisti, scrittori o giornalisti specializzati (lavoro per pochi fortunati) oppure ai lucidi racconti di viaggiatori trascritti in piacevoli libri romanzati.

Adesso abbiamo tripadvisor.

Il solito click e ci spostiamo ovunque nel mondo, pronti a sfogliare in presa diretta il “guest comment” di qualsiasi hotel, appartamento o stamberga presente nell’infinita lista che questo sito ci propone. Il metodo di tripadvisor lo conoscono tutti: fatta la tua bella o brutta vacanza lasci un commento sulla struttura che ti ha ospitato. L’ennesimo passaparola in rete.

Giusto dubitare di tripadvisor? Personalmente ritengo che affidarsi al giudizio di persone che spessissimo non hanno il giusto metodo di valutazione sia un grande errore. L’assegnazione delle stelle ad un hotel, ad esempio, non viene dato a “sensazione”. Molti pensano che ci sia un incaricato governativo che gira per gli hotel’s a controllare la presenza di polvere o che i camerieri siano simpatici, in realtà l’assegnazione di categoria si basa sui servizi concreti che la struttura può offrire: tv satellitare in camera, frigobar, wifi, piscina coperta, spa, palestra etc. se poi queste sono nuove e luccicanti o vecchie e decrepite (ma bene o male funzionanti) poco conta.  Spesso la razionalità dei turisti viene annebbiata da aspettative eccezionali che limitano la valutazione della struttura al semplice sfoglio veloce della brochure o le foto del sito (di solito risalenti a 15 anni prima), trascurando la regola fondamentale del mercato: nessuno regala niente. Se ci viene proposto un viaggio alle Maldive durante le feste natalizie allo stesso prezzo di un week end a Vienna a settembre in un hotel pari categoria, evidentemente ci saranno delle differenze.

Perché questi preamboli? Perché su tripadvisor è raro trovare dell’obiettività o professionalità nei commenti. Ci aggiungo anche che quello che ci spinge a scrivere sono motivazioni forti e generalmente in questo campo queste sono date dalla rabbia e non dalla gioia. Arrivare in una struttura che tradisce le nostre aspettative e ci rovina i nostri pochi ed unici giorni di ferie è molto più motivante di una struttura dove tutto funziona e quindi rientra nella nostra idea di normalità; le formiche in camera nei miei sogni maldiviani non erano contemplate, la massaggiatrice thailandese che mi offre sorridente l’infuso tiepido prima del massaggio ai piedi sì. Grazie agli insetti ed il seguente commento negativo su tripadvisor probabilmente scarteremo quell’hotel e di conseguenza il massaggio sublime perché in una camera dello stesso una coppia post-adolescente viziata in viaggio di nozze ha dovuto lottare con 15 formiche. Possiamo anche cambiare i fattori, ma il risultato è lo stesso: qualcuno che si trova a suo agio in ambienti affollati, festaioli e dagli alti volumi potrebbe rimanere entusiasta  della proprietà dell’hotel firmando su tripadvisor sperticate lodi nei loro confronti quando alle persone con caratteristiche opposte risulterebbero invece invadenti e grossolani.

Gli elementi che compongono un viaggio sono davvero tantissimi così come le sfumature di personalità che ognuno di noi porta con sé;  tripadvisor può semplicemente limitarsi a fornire delle idee a grandissime linee, per di più anche quelle spesso viziate dal tempo, dato che non tengono conto dei cambi di gestione e avvicendamenti manageriali che possono cambiare volto alla struttura da una stagione all’altra, rendendo anacronistici i commenti precedenti.

Per non avere brutte sorprese è necessario adattare i propri sogni alle reali possibilità, valutando bene le nostre esigenze quotidiane;  se i luoghi dove ci stiamo recando possono garantircele senza troppe difficoltà o altrimenti, essere disposti ad adeguarci qualora si scelgano posti deficitari in tal senso; prendere coscienza che quando si compra un pacchetto turistico non si comprano anche le persone che ne sono partecipi. Per ultimo, l’onestà dell’offerta è nella maggior parte dei casi definita dal costo di acquisto, valutiamo quindi bene il rapporto qualità prezzo, che spesso è il biglietto da visita di cosa ci aspetta dietro l’angolo.