Italiani all’estero: artisti a tutto tondo.
Agli italiani risulta particolarmente difficile staccarsi dalla cucina nostrana indipendentemente da dove si trovino.
E’ frequente trovare connazionali alla disperata ricerca di un piatto di spaghetti al dente che ricordi vagamente quello cucinato tra le mura domestiche, piuttosto che la pizza con i suoi semplici, ma a volte impossibili condimenti, come la mozzarella, spesso un vero e proprio miraggio nel deserto di formaggi dai più disparati gusti e variabili consistenze, fusi sulla nostra pseudo margherita.
Un viaggiatore è consapevole del fatto che lo spirito d’adattamento è fondamentale nella buona riuscita dell’esplorazione del territorio, sempre apprezzato anche dalle persone locali che spesso raccontano parte della loro storia attraverso i piatti tradizionali che ci propongono.
Fatto sta che di ristoranti italiani il mondo è stracolmo, specie di questi tempi dove gli italiani stessi cercano altrove la serenità economica e sociale che nell’ex Belpaese è ormai ostacolata da programmi politici europeisti che mal si sposano con la cultura italica.
Anche nella bella Rodi, l’isola greca che ormai abbiamo approfondito in ogni angolo più recondito, va segnalato un ristorante pizzeria gestito da una simpatica famiglia italiana che non solo rappresenta una cannula d’ossigeno ai turisti che necessitano di una ricarica di pasta o pizza cucinate a dovere, ma offre un atmosfera molto piacevole e rilassata.
Parliamo della pizzeria Michele Arcangelo, che prende il nome dal personaggio storico importante e ben raffigurato nel Monastero di Panormitis (isola di Symi) a lui dedicato.
Situato nel pieno centro storico a pochi passi dalla Piazza Ippocrate e dalla famosa fontana che è un punto di riferimento e di ritrovo per tantissimi locali e turisti, poche decine di metri dalla porta Marina, ingresso più frequentato per entrare tra le mura di Rodi vecchia.
Nel fine settimana inoltre, oltre all’arte culinaria, la proprietaria Anita propone anche della musica dal vivo, anche quella fatta in casa… Infatti a cantare è proprio lei, ripercorrendo così le sue origini da cantante sulle navi da crociera che, complice il destino, l’hanno accompagnata fino a Rodi.
Gli italiani sono propensi alle chiacchiere, è risaputo e confermato da chi ci governa, ma in questo caso sarà bene lasciar parlare i fatti. Anzi, i piatti.
Buon appetito!































Tripadvisor: megafono per repressi
L’ultima volta che ho utilizzato Tripadvisor per esprimere un’ opinione sul cibo che avevo appena mangiato, un gelato per l’esattezza, ho scatenato un putiferio. Il gelataio, evidentemente risentito dal fatto che non avessi per niente apprezzato il suo prodotto scadente, è presto risalito alla pagina Facebook di Controviaggio ed ha cominciato a minacciarmi ed insultarmi coinvolgendo soci, parenti, amici in una sorta di effetto palla di neve, anzi di gelato per stare in tema, che da piccina piccina a forza di rotolare a valle si è trasformata in una valanga. In questo caso non specifico di cosa. Con tanto di telefonate dove si menzionavano storie di mogli, figli e quant’altro. Premesso che bisognerebbe sempre prestare attenzione a chi vanno rivolti i suggerimenti, specie nel caso degli italiani all’estero che, non sempre ovvio, troppo spesso però hanno un atteggiamento da piccolo boss mafiosetto locale anziché da commerciante, ho realizzato d’aver commesso un errore. L’ho pensato mentre rimuovevo lo scritto di tre righe per la gioia momentanea del gelataio.
Il mio commento era det
tato fondamentalmente dal esser rimasto deluso da un prodotto che ero abituato a consumare altrove, in un ambiente differente e con ingredienti molto più genuini o, se non altro, meglio amalgamati. A cosa sarebbe servito tra l’altro? Avrei forse salvato lo stomaco di qualche altro ignaro avventore? Il gestore del locale avrebbe cambiato abitudini? No.
Semplicemente ero capitato in un luogo non compatibile alle mie richieste ed aspettative dove, senza commentare pubblicamente, avrei dovuto tenermi la terribile digestione in corso e non tornarci più. La giustizia divin commerciale avrebbe fatto il resto.
Ecco riassunto il concetto di base di Trip Advisor dove i commenti troppo spesso nascono da persone represse, aspettative non rispettate ed occasioni perse.
Avere un megafono per mandare un po’ di persone a fanculo risulta terapeutico per chi lo fa e frustrante per chi lo riceve. Sempre che, quest’ultimo, abbia la coscienza pulita.
Un altro recente esempio è quello di una ragazza che ha smarrito una gonna dall’incommensurabile valore affettivo ed ha incolpato l’hotel di averla persa nei meandri della lavanderia perché forse rimasta ingrovigliata nelle lenzuola della camera. Partiamo dal presupposto che se una persona ci tiene ad un oggetto dovrebbe prestare molta attenzione a non lasciarlo incustodito o abbandonato al suo destino, se la stessa persona lo perde, è lei in difetto e non chi l’aiuta a ritrovarlo. Soprattutto, come nel caso specifico, non si può scaricare ogni colpa a chi semplicemente non è riuscito nell’intento pur avendo ogni interesse nel farlo per professionalità e ritorno di immagine.
Ecco quindi giungere fiumi di pixel riversati nel casellario Trip Advisor ad incolpare ed insultare tutto il personale dell’hotel di cui, tra l’altro, non si ha prova certa sia responsabile dell’accaduto. Così entra in gioco anche il ricatto in stile anonima sequestri: se non fai quello che io dico, ti scrivo una recensione dissacrante.
D’altro canto esistono anche strutture che se ne infischiano ampiamente delle varie opinioni che si aggrappano alle loro scarse stelle facendole crollare giorno dopo giorno, disconoscendo i commenti sprezzanti e privi di fondamento da quelli ben articolati e costruttivi. I direttori di queste strutture ricettive risultano arroganti e spesso, diciamolo, sudici come le strutture che rappresentano.
Tirando le somme credo che come al solito un po’ di tolleranza e buonsenso risultano ingredienti fondamentali per dare effettivo valore alle proprie dimostranze, giungano queste da avventori delusi o gestori poco adempienti.
Se non troppo tempo fa chiedere era lecito e rispondere era cortesia, oggi giorno vige il pretendere è d’obbligo e ricevere un vaffanculo in risposta è trendy. Anche grazie a siti come Trist-advisor…