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Lo chef ci svela la cucina pavese

Per testare la cucina pavese abbiamo scelto un tipico ristorante del Borgo, ossia l’Osteria dal Povero Lele, luogo molto frequentato dalla gente del posto e che propone, tra i numerosi piatti, cibarie tradizionali.

IMG-20160304-WA0013Pesci di fiume, rane e lumache non potevano evitare di finire nella trappola culinaria adattata dai cuochi autoctoni che attingono molti dei prodotti dal fiume Ticino, che ricordiamolo attraversa Pavia; nonché dalle numerose risaie circostanti, trasformando i chicchi in meravigliosi risotti. Le zone umide ed in parte boschive offrono inoltre la presenza di funghi e tartufi, spesso condimenti ideali per piatti dal sapore rurale e prestigioso.

Entro nell’Osteria dal Povero Lele in tarda mattinata, orario di preparazione del pranzo e la cucina è in pieno fermento.

Niente caos, niente creazione. Prova: la cucina all’ora di pranzo (Mason Cooley)1

Nelle capienti pentole bolle un invitante e leggermente piccante goulash ungherese che avrò modo di assaggiare in seguito e che manterrà tutte le promesse iniziali. Certo il goulash di tipico pavese non ha molto ma l’aspetto ed il gusto associato a delle fette di polenta è risultato irresistibile.

6Gli insaccati la fanno da padrone e durante le degustazioni arrivano sotto mentita spoglia di antipasto. Vista la prelibata consistenza potrebbero tranquillamente essere considerati un piatto unico. Salame, prosciutto crudo, coppa, pancetta e diamo vita all’interminabile rito in cui li adagiamo su fette di pane casereccio o gnocco fritto amalgamandosi e rendendosi così una sfiziosa portata che abbiamo fortuna di assaporare.

La cucina migliore è quella che tiene conto della stagionalità e con il freddo, quando il corpo consuma più energie per mantenersi caldo, un sostanzioso primo piatto è sempre ben gradito. Certo è che se davanti a noi si presentano dei gnocchetti di patate con gorg9onzola dolce di Novara e noci, delle fettuccine all’uovo spolverate da abbondante tartufo nero ed un risotto ai funghi porcini e cavoletti di Bruxelles diventa impossibile resistere al calcolo delle calorie in eccesso rispetto ai fulminei piaceri della gola.

8Scandisce il tempo un fermo vino rosso di Bonarda mentre sgorga abbondante dal piccolo foro della brocca. Tipica anche quella.

L’aumento di brusio indica il costante aumento di avventori che nel giro di pochi minuti riempiono le due capienti sale del ristorante, certificandone la bontà dei piatti che nel frattempo escono dalla cucina con alta frequenza.

E’ tempo di secondi piatti che, come anticipato, possono variare da cibi tradizionali come le rane, lumache e piccoli pesci di fiume o rimanere sul caratteristico come lo spettacolare asado di cavallo al forno, la battuta di fassona femmina alla tartar con tartufo o una tagliata di manzo con radicchio e cacio.IMG-20160304-WA0001

Piacevole riassumere la giornata trascorsa tra i ponti, vie e monumenti di Pavia, ripercorrere il back stage dell’intervista all’amicocollegastorico Federico Barani, commentare le riprese in cucina ed aiutati dal buon vino, perché no, chiacchierare anche di aspettative e prossime mete.

3Ormai allo sbando completo nel bel mezzo dell’Oceano del rimorso diventa impossibile poter rinunciare ad affondare l’ultimo colpo nei dolci che variano dal cannolo siciliano al tiramisù, nonché alla decisamente tipica torta meneghina con panna montata e frutti di bosco o le crostate con marmellata di castagna e crema pasticcera; tentazioni alle quali è davvero difficile poter resistere anche per i più costanti.

Finito il pranzo non rimane che saldare i debiti e lasciare alle spalle l’Osteria dal Povero Lele, certi che prima o poi ci torneremo.

Intanto a casa mi aspettano le scarpe da running che accompagnandomi nell’allenamento pomeridiano smorzeranno il senso di colpa per il pranzo esagerato ed enfatizzeranno la gioia che solo un tavolo imbandito a dovere ed una buona compagnia possono regalare.

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